Di forma ellittica, con una profondità media di 10 metri e quella massima di 35 metri, il Lago d'Averno giace all'interno di un vulcano spento nato circa 4000 anni fa. Il nome deriva dal greco “Aornon”, luogo senza uccelli. Si narra che tale assenza era dovuta al fatto che le acque del Lago esalassero dei particolari gas che non permettessero la vita ai volatili. Le sue acque sono immote e scure, le ripide pareti che lo circondano sono coperte da boschi mentre quelle a pendenza dolce sono occupate da vigneti a terrazza. Averno, nell'antichità, era anche sinonimo di Inferno; infatti Virgilio, nel VI libro dell'Eneide, ne parla come ingresso agli Inferi. In epoca romana, sotto Agrippa, il Lago fu trasformato in uno dei porti di Cuma, il porto Julius, in aggiunta all'altro preesistente che si trovava sul mare, ove è l'attuale Lago di Lucrino. La flora comprende lecci, salici bianchi, cannucce, salicornie, ginestre, pini marittimi e sparti. La fauna è composta da pesci e rane nello specchio d'acqua, da rettili (biacco e cervone), mammiferi (varie specie di pipistrelli) e uccelli (gabbiano corso, cormorano, martin pescatore, gabbiano corallino moriglione, gabbiano reale e folaga). I molluschi attaccati alle colonne mostrano i vari livelli di immersione ed emersione succedutisi dal II secolo d.C. e che raggiunsero anche oscillazioni di 12 metri. Un posto stregato dove, per la presenza di antiche rovine, la natura si sposa con la cultura dando vita ad uno spettacolo davvero prodigioso. L'area è dotata di servizi per i diversamente abili: percorsi per sedie a ruota e segnalazioni per ipovedenti.
Fonte: "lagoaverno.it - regione.campania.it"
Fonte immagine: "miti3000.it"