Un'iscrizione rinvenuta presso Porta di Stabia vi attesterebbe il culto di Giove Meilichio ('dolce come il miele'): con questo appellativo, comune alle dee Hera e Afrodite, Zeus/Giove è venerato soprattutto in Grecia, connesso a divinità dell'oltretomba ed a riti segreti. L'entrata al recinto sacro è lungo via di Stabia: per la porta, non monumentale, s'accede al portico, retto da due colonne (vi restano fondazioni e un capitello dorico), ed al cortile: al centro un altare in tufo nocerino. Una gradinata conduce al podio: quattro colonne in facciata e due ai lati, con capitelli corinzi, precedevano la cella, che aveva sul fondo il piedestallo per le statue di culto. L'edificio sembra datarsi al III-II sec. a.C., con rifacimenti in età sillana (80 a.C.). Recentemente è stata ripresa una vecchia ipotesi che attribuisce il tempio al culto di Asclepio e Igea, sulla base delle statue di terracotta e di altri oggetti trovati nel tempio.
Fonte: "pompeiisites.org"
Fonte immagine: "pompeiisites.org"