Dal 1872, là dove si vuole sorgesse la prima città, Palepoli, Il Politeama si apre ai napoletani con ogni sorta di spettacolo. Sorto su quello che in precedenza era un giardino di aranci e di limoni, successivamente dedicato al ricordo di Giuseppe Giacosa, il Teatro, composto da una platea e tre ordini di palchi, ha una capienza di oltre 900 posti e beneficia di un amplissimo palcoscenico e di un'acustica straordinaria. Il suo sipario si alzò su opere liriche, concerti, drammi popolari, formazioni di giro dei più valenti attori italiani e stranieri; tra i suoi spettatori, il Principe Umberto di Savoia che andava per applaudire Milly. Bruciò nell'autunno del 1957, appena conclusasi la prima dello spettacolo di rivista con Wanda Osiris, la diva della rivista. La compagnia era appena giunta al ristorante, quando il portiere del Teatro corse ad avvisare che "se steva appiccianno tutte cose" (stava bruciando tutto). Si racconta che Raimondo Vianello, nel cast della rivista in cartellone, parlando l'indomani con il suo amico Ugo Tognazzi, che chiedeva come fosse andato il debutto, gli disse che il successo era stato talmente caldo che il Teatro bruciava ancora. Il 23 dicembre del 1961, in un tripudio di fiori, di tappeti rossi e di uno sfavillio di luci, il grande Nino Taranto, con uno sforzo economico non indifferente, restituì agli spettatori napoletani il glorioso Politeama, completamente rifatto con tecniche che per l'epoca erano all'avanguardia.
Fonte: "teatropoliteama.it"
Fonte immagine: "campaniatour.it"