Il Teatro Bellini è stato inaugurato il 6 febbraio del 1878 e per circa 15 anni la sua programmazione fu principalmente lirica. In seguito si aprì alla prosa dialettale e per alcuni anni divenne sede stabile della compagnia di Eduardo Scarpetta. Agli inizi del '900, il Bellini divenne prima un tempio dell'operetta e poi della rivista e della canzone, accogliendo, saltuariamente, rappresentazioni di prosa. Dalla sua costruzione fino al primo Dopoguerra è stato cuore della vita culturale della buona società napoletana. Nel secondo Dopoguerra cominciò un lento declino, determinato dal cambiamento delle abitudini sociali e, nel 1962, il Teatro Bellini ospitò il suo ultimo spettacolo - “Masaniello”, con Nino Taranto - per poi diventare un cinema di terz'ordine ed essere chiuso alla fine degli anni '70. Nel 1987, Tato Russo decise di salvare il Bellini da una sicura distruzione. L'artista, dopo aver fondato la compagnia “Gli Ipocriti” e la compagnia “Nuova Commedia” e aver collaborato alla creazione di circuiti teatrali di numerosi festival, nonché alla riapertura del Teatro delle Arti e del Teatro Diana, decise di rilevare la struttura e, in poco più di un anno, superando difficoltà tecniche, organizzative ed economiche, riuscì a riportare l'edificio all'antico splendore. Nell'autunno del 1988, con la messa in scena della “Opera da tra soldi” di Bertolt Brecht, per la regia dello stesso Tato Russo, il Bellini ridiventò Teatro. Oggi sono numerosi gli spazi della struttura aperti al pubblico: l'antica sala grande e, accanto, il Piccolo Bellini; una sala dedicata alla programmazione di spettacoli del circuito off; lo store Laterzagorà, ospitato nel foyer, che è insieme libreria e spazio dedicato a laboratori per bambini e presentazioni di libri; il Sottopalco; il bar/bistrot, dove si organizzano mostre e session di musica dal vivo. L'antico edificio è diventato un vero e proprio hub della cultura, punto di riferimento e crocevia di un pubblico decisamente trasversale.
Fonte: "teatrobellini.it"
Fonte immagine: "napoli.fanpage.it - libersind.it"