Agli inizi del Novecento, lungo un ripido costone nella parte Est del territorio di Calitri, fu costruita una mulattiera che consentiva di raggiungere i poderi nelle contrade di Cortino e piano dei Monti. Furono impiegate, per la pavimentazione, le pietre estratte dal vicino torrente Cortino e, per i muri di sostegno, quelle estratte dalle cave della zona del Tufiello. Per quell'epoca, la scorciatoia consentiva un enorme risparmio di tempo e rendeva transitabile l'area anche nei periodi invernali, quando le strade in terra battuta, per il cattivo tempo, erano impraticabili. Quella strada era un esempio di lavoro duro e tenace, ma anche di rispetto per la natura, perché non sottraeva ad essa niente che non fosse necessario per rendere la fatica degli uomini meno gravosa. Il Sentiero scendeva tra le querce, i pioppi, gli olmi, la robinia, la ginestra ed il biancospino. Quelli che lo percorrevano, quando non erano esausti per le fatiche dei campi, odoravano il profumo dei fiori e delle siepi, mai pensando che un giorno avrebbero potuto transitarlo con altri intenti. Da allora molto tempo è trascorso; a Calitri non si vedono più asini o muli, pochi vanno in campagna per quella strada, qualcuno vi si avventura perché non ha voglia di guidare una macchina. Resta nella memoria di molti una strada che non era solo duro lavoro, ma anche conoscenza e rispetto per la natura e voglia di riscatto per una vita migliore. La sua severa bellezza ha indotto i calitrani a restaurare quel tragitto, portando via l'erba e la terra che hanno sotterrato le pietre e trafitto i muri, cospargendo di profumi di biancospino, ginestra e robinia la valle di Cortino.
Fonte: "prolococalitri.it"
Fonte immagine: "calitri.net"