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Santuario Santa Restituta

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Descrizione

Dedicata alla Patrona dell'isola, il primo edificio cristiano sorse nel IV-V secolo d.C. legato al nome di Santa Restituta, vittima delle persecuzioni dei Cristiani in Oriente e fuggiasca da Cartagine. Dopo le distruzioni dovute alle incursioni dei Saraceni tra il IX e il X secolo, nel 1036 il Conte Marino costruì sul sito una nuova Chiesa, che affidò ai Monaci Benedettini e che fu ampliata nel XIV secolo. Nel 1590, Sisto V vi fece annettere un Convento di Carmelitani, ai quali si deve anche la costruzione della Torre dell’Orologio; vi rimasero fino alla soppressione degli ordini religiosi, voluta da Murat due secoli dopo. L’attuale fabbrica fu ricostruita dopo il terremoto del 1883. Nella cripta del Santuario si trova l’Antiquarium: attualmente raccoglie numerosi reperti greci, romani e bizantini di varie epoche, non solo di Lacco Ameno ma di tutta l’isola. Tra questi, urne cinerarie, cippi funerari e onorifici, arredi funerari, monete e frammenti architettonici. Da notare le monete campane ritrovate a Monte Vico, coniate in epoca compresa tra il 450 e 340 a.C., nonché le anfore e i numerosi cocci di ceramica greca di stile geometrico e subgeometrico con i colori predominanti rosso e nero, dell’VIII-VII secolo a.C. In un angolo è ricostruito l’ambiente di una casa tipica pitecusana: i pesi del telaio, quelli che venivano legati alla estremità di ciascun gruppo di fili di ordito, sono originali. In un’urna sono collocati piccoli giocattoli di argilla (cavalli, asinelli, barchette, bambole e uccelli). Il culto di Apollo è testimoniato da una patera (piatto) votiva recante a sbalzo l’immagine del Dio disteso dolcemente; quello di Eros è testimoniato da una statuina del IV secolo a.C., che lo raffigura in giovane età, ben fatto, nudo, munito di arco e frecce e con vigorose ali. Altre statuette votive e vasi dipinti con fiori e frutta attestano il culto solare e mediterraneo per madre natura. Nelle teche in vetro sono conservate le brocche per il vino e le ampolline di profumo deposte nelle tombe pagane. Singolare appare la ricca collezione di amuleti (circa 60) a forma di scarabei importati dal culto egiziano. Lo scarabeo sacro stava a significare la vita ultraterrena. Tra le cose più pregevoli è da ammirare il cratere (anfora per il vino), che rappresenta la scena di una nave rovesciata dalla tempesta. I marinai si dimenano per risalire in superficie, ma qualcuno è inseguito da mostri marini e qualche altro è già parzialmente inghiottito da pesci giganteschi. Delle decorazioni ai templi restano un piedistallo con figura femminile e un residuo di metopa con giovane guerriero a cavallo.
Fonte: "isoladischia.net"
Fonte immagine: "ischialaperladelgolfo.blogspot.it"

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