La Chiesa di San Lazzaro costituisce un episodio architettonico “extra moenia”, cioè fuori le mura della città. Essa occupa l’area dove, nell’epoca sveva, sorgeva la Cappella dedicata a San Lazzaro mendico, fatta costruire nel 1228 dal nobile capuano Lazzaro di Raimo, sotto il regno di Federico II. Adiacente alla Cappella, il gentiluomo legò il suo nome a una delle più cristiane opere sociali di tutti i tempi: fondò il più antico ospedale per lebbrosi (anche detti “Lazzaroni” o “Lazzaruti”) che si conosca. La fama della Chiesa aumentò quando, nel 1234, il Re di Svevia volle istituire una fiera generale da tenersi, durante il periodo della Pentecoste, nell’area antistante il tempio. L’antica Chiesa fu distrutta nel 1799 dalle truppe del Generale francese Championnet; l'anno successivo, venne riedificata per volere di Ferdinando IV. L’edificio di culto si apre sul sagrato che si trova ad una quota più bassa rispetto al livello della strada e all'antistante ampio piazzale. Il volume architettonico del tempio è distribuito su due corpi: il secondo, molto arretrato rispetto al primo, è delimitato da una finta balconata chiusa da una ringhiera in ferro finemente cesellata. L'ordine superiore del corpo centrale riprende la partizione con le paraste dell'ordine inferiore: esse sorreggono il timpano triangolare, che conclude il prospetto decorato da una grande finestra rettangolare sistemata in posizione centrale. Svettano sulla facciata una croce stilizzata e, sul lato destro, uno smilzo campanile in ferro corredato da due campanelle. L’interno della Chiesa è a navata unica, terminante con abside coperta da cupola emisferica. L’altare in marmo commesso, opposto all’ingresso, risale al 1700, così come la pala d’altare rappresentante la “Morte di San Giuseppe”.
Fonte: "beweb.chiesacattolica.it"
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