La Chiesa è documentata fin dalla seconda metà del Quattrocento. Una lapide del 1664 ricorda la protezione della Madonna del Mattino alla popolazione dal colera del 1656. Si narra che la statua della Vergine, venerata anticamente a Vallata, un giorno viene trovata nelle vicinanze di Andretta. I cittadini vallatesi, pensando ad un furto, la riportano nel luogo originario. Tutti i tentativi per riappropriarsi della sacra immagine e le misure cautelari più volte adottate risultano inutili: la Madonna aveva scelto Andretta per il suo culto. Infatti, la statua ancora una volta, all'alba di un bel giorno, appare su una pianta di sambuco. Si costruisce allora, in questo luogo, una piccola Chiesa per la venerazione della Vergine, e la si intitola “Stella del Mattino”. I Monaci Cistercensi fondano, inizialmente, un piccolo Convento, detto “Laura”. Presto il Convento si ingrandisce con l'acquisizione di un campo attiguo. È la “grancia” dell'Abbazia di San Lorenzo, in Tufara di Pescopagano. Le grance, termine francese indicante una tenuta, un ambiente più o meno grande con annesso podere, erano costruzioni chiuse utilizzate non solo per la conservazione del raccolto, ma anche aziende agricole comprendenti case, terreni e pascoli. La Stella del Mattino riceve un nuovo maggiore stimolo nella seconda metà del XV secolo, da Monsignor Malizia Gesualdo, eletto Vescovo di Canosa e Rapolla da Innocenzo VIII nel 1482: viene ampliata, infatti, la dimora dei custodi del sacro luogo. Nasce così il primo Convento composto da tre stanze superiori e tre inferiori, “con orti attigui”. L'ultimo sabato e l'ultima domenica di maggio, a Mattinella, distante dall'abitato circa 1 chilometro, si celebra una solenne festa in onore della Vergine Santissima del Mattino, con riti caratteristici e con la costruzione delle cosiddette “macchinette”, con cere fuse il sabato precedente e cesti ornati con gigli, orchidee e nastri bianchi. Il sabato, la processione va incontro a quella proveniente da Vallata, con le macchinette ed il “Carro Trionfale”, sulla cui sommità è posta la Madonna e sui piani intermedi tante “verginelle” vestite di bianco e molti fanciulli alati; in passato, il carro era trainato da buoi inghirlandati. Lo scambio delle stole tra i parroci e delle fasce tricolori tra i sindaci sancisce la comune appartenenza della Madonna.
Fonte: "comune.andretta.av.it"
Fonte immagine: "comune.andretta.av.it"