II monastero ebbe la prima fondazione nel 1650 intorno ad una chiesetta cinquecentesca intitolata a Santa Maria di Costantinopoli. Fino al 1710 ospitò le monache del Terz'Ordine di San Francesco e fu restaurato e ampliato nel 1758. Sant'Alfonso ne completò i lavori. Nel 1766 vi entrarono le monache redentoriste venute da Scala, sotto la guida della madre Maria Raffaella, che vi hanno dimorato ininterrottamente, vivendo in preghiera, povertà e lavoro per la redenzione del mondo. La clausura non consente la visita all'interno del monastero. Sono tuttavia visitabili l'atrio del monastero e alcune stanze all'ingresso. La chiesa sorge sul sito dell'antica chiesa di San Bartolomeo de Ferrariis. La facciata fu aggiunta nel 1771 per rendere il coro più ampio, essendo cresciuto il numero delle monache. L'interno è a navata unica di stile barocco, con quattro piccole cappelle laterali: a destra, la prima é dedicata a Sant'Agostino e la seconda a Sant'Alfonso; a sinistra, la prima dedicata al Sacro Cuore e la seconda alla Santissima Trinità. La cappella del transetto sinistro è dedicata al Redentore ed è di fronte al coretto delle monache, affinché sia sempre sotto i loro sguardi. L'altare maggiore è del 1853. Al di sopra di esso, la grande tela presenta Santa Maria di Costantinopoli con San Giuseppe e Santa Teresa d'Avila. Le tele furono dipinte nel 1775 da Pasquale de Luce. II ritratto di Sant'Alfonso, dipinto tra il 1836 e il 1839, è attribuito a Francesco De Mita. II pavimento, formato di mattoni e maioliche, è coevo alla costruzione della chiesa. Interessante l'epigrafe funeraria romana del I secolo nell'angolo sinistro della chiesa che recita: "Sacro agli Dei Mani. Claudia Valentina fece questo sepolcro al marito Claudio Eutychiano, pienamente meritevole, egli visse 47 anni e 5 mesi, con lei visse 15 anni e 5 mesi."
Fonte: "santagatadeigoti.net"
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