Lo storico Siverio ipotizza che la costruzione del conveto sia da collocare intorno all'anno mille. Questa supposizione nasce da una mitica leggenda giffonese circa un quadro, trovato da un carbonaio in un luogo scosceso del monte Lieggio, che sovrasta la località di Carbonara, in data non conosciuta. Il dipinto fu portato in Curti ed il popolo decise di innalzare un tempio in onore alla Madonna raffigurata nel quadro nei pressi del ritrovamento. Iniziati i lavori di edificazione del tempio, sempre secondo la leggenda, i muratori, una mattina, andando al lavoro, trovarono le fondamenta miracolosamente trasportate nell'attuale sito. La chiesa è formata da tre navate. La centrale comunica con le navate laterali tramite tre arcate. Nelle navate laterali ci sono le cappelle con altari di Jus patrono delle varie famiglie di Curti. Sotto ci sono le sepolture delle famiglie con lapidi marmoree di ricordo. Le tre navate hanno una singola entrata. L'atrio è rivestito di affreschi. Sopra l'entrata della navata centrale c'è l'organo, che comunica con le stanze del monastero. Il presbiterio è chiuso da una balaustra di marmo e l'altare maggiore, rivestito di marmo policromo, presenta un'impalcatura marmorea superiore, che racchiude un affresco e dove è posta una tela raffigurante la Madonna di Carbonara, dipinta dal pittore salernitano Tafuri nel 1929. L'abside, formato a vele gotiche, affrescato con storie del Vecchio Testamento, è stato gravemente danneggiato dal terremoto del 1980. Al lato del monastero esisteva il cimitero del convento, costituito da un solo piano con copertura a volta romanica, ai due lati vi erano le sepolture.
Fonte: "spazioinwind.libero.it"
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