Il “Rione d'e Vesune” (letteralmente “Quartiere dei Visoni”) è il centro storico del paese. Il toponimo è di origine incerta: secondo la tradizione orale, deriverebbe dal viso largo o burbero dei contadini che ne erano gli abitanti; in alternativa, potrebbe essere derivato dai “grandi visi” presenti nella decorazione del portale di uno degli edifici (Palazzo Picciocchi), o dal nome della Dea Vesuna, divinità della fertilità attestata principalmente presso i Marsi. Il quartiere sorse probabilmente durante la dominazione spagnola, abitato in prevalenza da contadini poveri. Con l'apertura della linea ferroviaria per Napoli, alla fine dell'Ottocento ebbe un forte incremento demografico, attraendo abitanti dal napoletano e dal resto dell'agro nolano. Molti edifici subirono danni nel terremoto del 23 novembre 1980. Dopo la ricostruzione, oggi (2016) attrae gli immigrati provenienti in particolare dai paesi dell’Europa dell’Est. Alcuni luoghi simbolo del quartiere sono: i “Pilastri”, in pietra lavica, innestati in altri corpi di fabbrica ed improbabili espressioni della porta d’ingresso (dal lato di via San Giacomo) al Rione; il Largo Picciocchi, dove fino agli anni 1950 si allestiva "‘O Maio ‘e sapone", ad imitazione dell’albero della cuccagna; la chiesetta di San Giacomo; il piccolo parco con portico; la caratteristica piazzetta in cui spiccano l’ulivo ed il murale realizzato da Luigi Falco.
Fonte: "it.wikipedia.org – mandamentonotizie.it"
Fonte: "bassairpinia.it"