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Punta della Campanella

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Descrizione

Punta della Campanella, l'antico Capo della Minerva, è riconoscibile dalla massiccia Torre di guardia in tufo grigio e dal traliccio sul quale è posizionato l'attuale faro. Fino ad alcuni anni fa, a valle della Torre esisteva un faro classico, posto su una altrettanto classica casa bianca. L'unico altro toponimo per questa Punta, che divide i golfi di Napoli e Salerno, è Capo dell'Armi e lo si trova su alcuni testi di qualche secolo fa. L'etimologia del nome della Punta è chiaramente legato a una campana, ma esistono due differenti versioni circa il perché. La più semplice delle due sostiene che sulla Torre Minerva (o della Campanella), dove stavano i soldati di guardia per avvistare eventuali navi saracene in avvicinamento, esisteva una piccola campana che veniva suonata in caso di pericolo. L'altra è molto più colorita e fantasiosa: si narra che in una delle scorribande dei Saraceni nella Penisola Sorrentina (i più dicono che si trattasse proprio di quella tristemente famosa del 1558), fu saccheggiata anche la chiesa di Sant'Antonino Abate, protettore di Sorrento. Quando la flotta pirata giunse alla Punta della Campanella, la nave che trasportava la campana e gli altri oggetti trafugati nella chiesa fu bloccata da una forza misteriosa e, nel tentativo di procedere e di raggiungere le altre fuste che intanto si al­lontanavano, i predoni cominciarono ad alleggerire l'imbarcazione gettando in mare parte del loro bottino. Ma solo quando si liberarono della campana di bronzo di Sant'Antonino riuscirono a doppiare la Punta. La leggenda vuole che, non appena la campana fu gettata in mare, si levò un improvviso e fortissimo vento che consentì al vascello pirata di raggiungere, in pochi attimi, le altre fuste. C'è anche chi sostiene che ogni 14 febbraio, festa del Santo Protettore di Sorrento, si sente la campana suonare sott'acqua. Qualche decina di metri prima dell'estremità della Punta c'è una piccola rientranza della roccia, nella quale scende una scala in pietra che giunge quasi fino al mare; questa scalinata ha dato lo spunto per un nome locale dell'insenatura: “dint' 'e Grarielli” (dentro i gradini). Esiste anche un altro toponimo dialettale riferito a questo specchio d'acqua: “sotto 'o Surdato”; questo deriva dal fatto che un tempo, alla base di quella scala, a pochi metri dal mare, c'era una garitta (se ne vedono i ruderi ancora oggi) nella quale sostava un soldato di guardia. L'ultima curiosità naturale sono i due fori paralleli e ovali che trapassano la Punta da parte a parte e permettono alla luce di entrare, dando al navigante l'impressione di essere di fronte a due occhi. La piccola insenatura, dalla quale si possono osservare i due fori, viene quindi detta “dint' 'e Pertusi”. Doppiando la Punta della Campanella, è bene prestare la massima attenzione alle correnti, al cambio di direzione del vento ed ai motoscafi che passano a velocità sostenuta a pochi metri dalla costa. Entrati nelle acque del Golfo di Salerno, chi ha fretta di arrivare a Marina del Cantone (molti la chiamano poco corretta­mente Nerano) punterà direttamente su Punta Penna, distante meno di 1 chilometro; invece, chi ha tempo a disposizione andrà a godersi le bellezze della Baia di Jeranto, costeggiandone le pareti scoscese e visitandone le grotte.
Fonte: "massalubrense.it"
Fonte immagine: "skipblog.it - panoramio.com"

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