Costituita da enormi blocchi di pietra (tufo e piperno, principalmente), Porta Capuana rappresenta il principale accesso nella città antica e una delle quattro porte ancora oggi in piedi (le altre sono Porta Nolana, Porta San Gennaro e Port’Alba). Costruita nel 1484 per volere del Re Ferrante d'Aragona (figlio illegittimo di Alfonso V), su progetto dello scultore e Architetto Giuliano da Maiano, inizialmente si trovava nella vicina via Oronzio Costa, per poi essere traslata alle spalle di Castel Capuano. Sul suo nome sono state avanzate molte ipotesi, a partire dalla strada di accesso che avrebbe portato verso Capua, o ancora che derivasse dalla famiglia Capuano che Ferrante pose a difesa della Porta. Quella che vediamo oggi, ad ogni modo, è parte di un più esteso intervento di fortificazione voluto dal sovrano aragonese; da piazza Garibaldi a via Foria, molte tracce si conservano ancora nei palazzi vicini e lungo il perimetro delle vecchie mura, provviste all’epoca di 27 porte, la maggior parte delle quali rivolte verso il mare. Botteghe, traffici, mix di culture e lingue hanno da sempre caratterizzato quest’area della città: è qui che nacque, ad inizio Novecento, il cosiddetto Quartiere Latino, luogo di incontro di importanti artisti napoletani dell’epoca e di passaggio sia di Carlo VIII di Francia, sia di Carlo di Borbone. Un cronista di Napoli, nel 1847: “Qui è oggi come ieri, come sempre lo stesso inferno, le stesse botteghe, di mercanzie, di commerci, di traffici, di gente diversa. Una babele di lingue. Chi vuol conoscere la plebe napoletana veramente in tutte le sue abitudini fra le sue virtù e i suoi vizi, venga alla Porta Capuana, in qualunque ora delle 24 ore del giorno, e se ne ammaestrerà. Essa è il teatro universale, è la Cosmopoli del nostro popolo. Qui non vi è né notte né giorno”. Nel 1656, venne eretta sulla Porta una nicchia con all’interno un affresco, rappresentante San Michele Arcangelo oltre ai Santi Gennaro, Agnello e Rocco, i quali sono stati affrescati in procinto di pregare la Vergine Maria per scacciare la peste. L’autore Mattia Preti si rese colpevole di omicidio per passare i controlli sanitari nella zona (costituiti per l’epidemia di pestilenza), crimine per il quale venne condannato a morte; patteggiò con le autorità la propria liberazione in cambio del suo dipingere tutte le porte della città. Negli anni, l’affresco si deteriorò e fu sostituito da uno rappresentante “L’Immacolata”, realizzato da Gennaro Maldarelli nel 1837. Nel 1926, fu stabilito che fosse rimossa la statua votiva di San Gaetano, posta sul lato interno della struttura, per motivi di sicurezza. Qualche anno più tardi, si mise in atto il progetto di isolamento della Porta dagli edifici circostanti, che si erano costruiti col passare del tempo. Durante questi lavori, la costruzione tornò all’originario aspetto dell’epoca aragonese. La statua di San Gaetano venne così collocata su un basamento nei giardini prospicienti la Porta. In origine, Porta Capuana era alta 25 metri; oggi, a causa del progressivo innalzamento del livello stradale, si ferma intorno ai 23 metri, restando comunque ben più alta degli archi di trionfo romani, ai quali in realtà si ispirava. L’opera, in stile rinascimentale, è formata da un arco bianco in marmo riccamente ornato da bassorilievi, con ai lati due torri cave che simboleggiano l’onore e la virtù. Vi è, nel centro della Porta, un’incisione dello stemma di Carlo V, risalente al 1535, in occasione della sua venuta in città. L’incisione è stata realizzata sopra un bassorilievo rappresentante l’incoronazione di Ferdinando, che fu cancellato con l’avvento della monarchia spagnola.
Fonte: "napolicentrostorico.it"
Fonte immagine: "panoramio.com"