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Ponte di Chiaia

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Descrizione

La strada di Chiaia, inizio dell’antichissima via Puteolana, correva lungo il fondo naturale esistente tra il colle Echia (Pizzofalcone) e l’altura di San Carlo alle Mortelle, “or salendo ed ora discendendo tra i dirupi e gli orti” secondo un andamento tortuoso. Nel 1539, a seguito dei lavori di ampliamento della città voluti dal Viceré Don Pedro di Toledo, la strada fu allargata secondo le condizioni attuali e fu costruita una rampa, “lo Pendino de Chiaia”, per collegarla con Pizzofalcone. In seguito, con l’espansione edilizia delle citate zone, la rampa divenne insufficiente a garantire le comunicazioni con la strada di Chiaia anche se, in alternativa, vi era l’erta salita dei gradoni. Fu nel 1636 che il Viceré Emmanuele Zunica y Fonseca, Conte di Monterey, volendo facilitare le comunicazioni necessarie alla sociabilità ed alla comodità di tutti i cittadini, ordinò la costruzione di un ponte, che unisse le due parti della città così vicine e tanto divise tra loro, e volle che le spese necessarie per la costruzione di esso fossero tenute dai complatearii, cioè dagli abitanti della contrada, ai quali l’opera era di maggior giovamento. Il Ponte fu costruito in pietre e mattoni e parve opera mirabile in quei tempi. Nel 1834, durante il regno di Ferdinando II di Borbone, la struttura mostrò delle lesioni che non sfuggirono all’attenzione del Ministro Santangelo, che ne ordinò il restauro affidando l’incarico all’Architetto Grazio Angelini. In questa occasione, fu deciso di demolire la rampa e con essa le antiche case che erano intorno. Al Ponte fu aggiunto un altro arco nella parte inferiore, in modo da renderlo più sicuro, furono innalzati due pilasti per irrobustire i sostegni ed una scala coperta a tre piani sostituì la vecchia rampa. La nuova costruzione fu ornata sul lato orientale con due bassorilievi, uno opera dello scultore Tito Angelini e l’altro di Gennaro Calì (raffigurano degli angeli con lo stemma sabaudo), mentre sulla parte occidentale furono scolpiti dall’Arnauld due cavalli rampanti con lo stemma di Napoli. Poco distante dal Ponte, scendendo verso piazza dei Martiri, si trova la pittoresca scalinatella del vicoletto Sant’Arpino, incorniciata da un arco a formare un angolo assai caratteristico.
Fonte: "cartanapoli.it"
Fonte immagine: "anm.it"

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  • Architettura
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