Il Parco della Reggia di Caserta, progettato da Luigi Vanvitelli ed ispirato ai giardini dei grandi palazzi reali del tempo, unisce la tradizione del giardino rinascimentale italiano con le soluzioni introdotte da André le Nôtre per quello di Versailles. Si avverte tutta la sua magnificenza sin dall’ingresso del palazzo, tra gli archi della galleria centrale, dove l’estensione del Parco risulta a perdita d’occhio: il cosiddetto “Effetto Cannocchiale”, un’innovazione del Vanvitelli che consiste nella realizzazione di un enorme viale completamente dritto, che parte da Napoli e termina nella parte superiore della cascata sita nella parte finale del Parco. Questo si estende su una superficie di 120 ettari, con una lunghezza di 3,3 chilometri. L’acqua che alimenta le piscine, le fontane ed anche il palazzo è fornita dall’Acquedotto Carolino. I lavori per la realizzazione di quest’opera, la delimitazione dell’area e la messa a dimora delle prime piante iniziarono nel 1753. Il parterre (dal francese “per terra”), ovvero l’ampia radura verde che si vede appena si entra nel Parco, è stato progettato dal Vanvitelli grazie alla collaborazione del capo giardiniere francese Martin Biancour, con fiori posizionati in modo da creare onde colorate. A causa di alcuni cambiamenti durante i lavori, i letti fioriti descritti nel progetto iniziale furono sostituiti dagli ampi prati tuttora presenti. Al centro di ogni aiuola, nella prima metà del XIX secolo, furono piantati dei cespugli circondati da lecci ed allori, per alimentare i fagiani. Il parterre è attraversato da una rete di viali disposti su uno schema a raggi. Il perimetro è delimitato da boschi di lecci, tigli e carpini, tagliato all’altezza di dieci metri; sopra, il fogliame viene lasciato libero di crescere, senza fissi moduli prestabiliti. L’effetto è una sorta di continuo “muro verde”, interrotto solo da aperture a sinistra, in corrispondenza delle tracce. Sul retro vi è un semicerchio, dove 16 piccole nicchie ospitano busti in marmo bianco; questi sono chiamati “capolinea”, poiché delimitano le varie zone del Parco. Sulla sinistra del parterre si trova il Bosco Vecchio, presente prima della realizzazione del Parco e risalente a fine XVI secolo ed inizio XVII secolo. Era annesso alla residenza di una famiglia nobile di Caserta (Acquaviva), precedente ai Caetani di Sermoneta, che vendettero l’area per la costruzione della Reggia a Re Carlo. Vanvitelli decise di non cambiarne la struttura, addensando solo la vegetazione (lecci, edera e rusco). Anche l’uso originale è stato conservato, dato che il posto era usato come una sorta di “giardino segreto”, per il divertimento e il riposo del sovrano e della corte. Il Bosco, inoltre, nasconde la Castelluccia, una piccola torre ottogonale circondata da un fossato. Costruita su una precedente struttura risalente al tempo degli Acquaviva, fu modificata nel 1799 per il divertimento del giovane Re Ferdinando IV: fino al 1773, fu usata per ricreare finte battaglie, venendo quindi dotata di un bastione, di torri e di edifici militari, piccole caserme, luoghi di guardia e mezzelune. Dopo il 1818, ridiventò un semplice torrione, assumendo un aspetto sobrio ed elegante. A Nord del Bosco Vecchio è la Peschiera Grande, un’ampia piscina di forma ellittica: realizzata nel 1769, anch’essa fu costruita per il divertimento del sovrano, per ricreare finte battaglie navali. La seconda parte del Parco è attraversata dalla spettacolare via d’acqua, al centro di un lungo corso che sale verso le colline circostanti seguendo il naturale pendìo. I due viali laterali sono delimitati da lecci aventi doppia altezza, in una tipica forma detta “a sedile”. Le tre linee si congiungono virtualmente nel punto di fuga prospettico delineato dal Monte Briano; qui si trova una cascata, la cui acqua proviene dall’Acquedotto Carolino. La via d’acqua è di base rettilinea ma discontinua, tramite l’alternanza di grandi vasche con cascatelle e grandi prati. Questa soluzione, insieme alla pendenza naturale del terreno, crea un’illusione ottica che fa sembrare il viale decisamente più breve della lunghezza reale (oltre 3 chilometri). A tutto ciò si aggiungono le fontane, gli aspetti più suggestivi del corso d’acqua, decorate con un ricco apparato scultoreo.
Fonte: "reggiadicasertaunofficial.it"
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