La costa dei Campi Flegrei è un esempio unico al mondo, dovuto al fenomeno del bradisismo che ha causato movimenti verticali dell'area, con escursioni in positivo ed in negativo di molti metri, provocando negli ultimi 2000 anni l'inabissamento della linea di costa romana di circa 6/8 metri. Quanto vi si conserva sott’acqua rappresenta, dunque, un patrimonio eccezionale per la sua peculiarità. Il Parco Sommerso si estende lungo il litorale di Bacoli e Pozzuoli, compreso tra la testata del molo al limite meridionale del porto di Baia ed il molo di Lido Augusto, per un tratto di mare digradante dalla riva fino ad una profondità di circa quindici metri. Intorno al primo secolo a.C., l'intera zona costiera a Nord di Napoli era una fiorentissima stazione climatica, resa alla moda anche dalla presenza di una villa imperiale, il Pausilypon (che dette il nome al Promontorio di Posillipo), costruita dal ricco liberto Publio Vedio Pollione. Costui, alla sua morte avvenuta nel 15 a.C., nominò Augusto erede di tutti i suoi beni, Pausilypon compreso. In seguito ingrandito ed abbellito, tale luogo pare abbia visto il tragico concludersi della congiura contro l'Imperatore Nerone. Parte delle strutture sommerse, già indagate, sono attualmente insabbiate, altre sono state individuate solo da foto aeree. Fra gli ambienti di maggiore pregio, tuttora visibili, vi è il ninfeo di Punta Epitaffio, “triclinium” con funzione di sala per banchetti risalente all'epoca dell'Imperatore Claudio, le cui statue sono state trasferite all'interno del Museo Archeologico dei Campi Flegrei, dove è stao ricostruito l'ambiente originale. Poi vi sono: la villa dei Pisoni; la villa “a protiro”, così chiamata dalla presenza di un portico antistante l’ingresso; un settore dello spazio urbano, di cui sono visibili alcune tabernae affacciate sulla suddetta residenza; resti di un complesso termale; una peschiera a pianta semicircolare, all’estremità meridionale dell’insenatura. Del Portus Julius, invece, è stata esplorata solo un’area campione, in cui è stato possibile individuare un grande magazzino a pianta quadrangolare con corte centrale. A poca distanza aveva sede il porto di Capo Miseno, sede storica della flotta imperiale romana. Lo straordinario valore di tali siti è dato sia dal notevole stato di conservazione dei reperti archeologici, oltre che dal loro valore storico archeologico oggettivo. Mosaici, tracce di affreschi, sculture, tracciati stradali e colonne, sono sommersi tra anemoni, stelle marine e branchi di castagnole. Inoltre, la presenza di ecosistemi sommersi di pregio, come il fondale a precoralligeno e comunità di fanerogame marine (essenzialmente Posidonia oceanica e Cymodocea nodosa), fanno di tali luoghi ambienti di valore naturalistico rilevante, riconosciuti come tali sia dalla legislazione nazionale italiana, sia da quella comunitaria. Il luogo è straordinariamente suggestivo, e fa di questo tratto dei fondali una piccola Atlantide romana. Sono possibili immersioni subacquee con guida oppure escursioni con battello “Cymba” dal fondo finestrato.
Fonte: "cir.campania.beniculturali.it"
Fonte immagine: "worldtrip-for-diving.com"