L’area archeologica di Ercolano è inserita, dal 1997, insieme agli Scavi di Pompei e alle ville di “Oplontis”, nella lista dei siti del patrimonio mondiale redatta dall’UNESCO. Con il Decreto Ministeriale del 9 aprile 2016, è istituito il Parco Archeologico di Ercolano. Distrutta e sepolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., l’antica “Herculaneum” fu riportata alle cronache della storia nel Settecento, grazie alle esplorazioni borboniche. Nel 1710, un contadino, Ambrogio Nucerino, scavando un pozzo per irrigare il proprio orto, recuperò molti frammenti di marmo pregiati, che solo più tardi si compresero appartenere al teatro della città antica. Informato della scoperta, il nobile Emanuel-Maurice di Lorena, Principe di Elboeuf, acquistò il pozzo e per nove mesi condusse nell’area scavi per cunicoli a proprie spese, grazie ai quali recuperò nove statue con cui omaggiò i potenti del tempo. Ma solo nel 1738, per volere del Re Carlo III di Borbone, iniziarono sistematiche esplorazioni per cunicoli del sito antico. Nel 1828 sotto il regno di Francesco I di Borbone furono intrapresi per la prima volta gli scavi “a cielo aperto”, eseguiti fino al 1875. Dopo una lunghissima interruzione, i lavori furono ripresi nel 1927 da Amedeo Maiuri che li condusse fino al 1958, ma già nel 1942 quasi tutta l’area che costituisce l’attuale Parco Archeologico era stata riportata alla luce e contestualmente restaurata e coperta. Il centro abitato di “Herculaneum” fu costruito su un pianoro vulcanico a strapiombo sul mare posto ai piedi del Vesuvio, limitato sul lato orientale e su quello occidentale da due torrenti; due insenature fluviali vi costituivano approdi naturali e sicuri. Gli scavi hanno rimesso alla luce solo una parte della città: sepolti sotto terra sono ancora tutta l’area forense, gli edifici sacri e civili con i loro preziosi arredi ed apparati decorativi. Attualmente (2017), la gran parte del Parco Archeologico visitabile è costituita, ad eccezione delle terme e della palestra, da abitazioni private di età imperiale, caratterizzate da una grande varietà tipologica: case con impianto tradizionale, caseggiati plurifamiliari e grandi residenze che sviluppano parte dei loro quartieri in posizione dominante sul mare ed a cavallo delle mura. La riapertura del Decumano Massimo – la strada principale dell’antica città di Ercolano – sancisce il passaggio finale della riconsegna delle strade romane ai visitatori e conclude un capitolo importante relativo ai lavori realizzati, che hanno interessato le botteghe lungo la scarpata Nord ed alcune delle più interessanti dimore romane del sito archeologico, fra cui la Casa del Doppio Portale, oggi finalmente accessibile in tutto il suo splendore con il suo eccezionale ingresso, il portico a colonne e gli elementi lignei ancora intatti, mentre sono in corso importanti interventi di restauro nella celebre Casa del Bicentenario.
Fonte: "beniculturali.it"
Fonte immagine: "beniculturali.it"