I resti dell'antica città di Abellinum occupano l'attuale pianoro della Civita, a Nord-Ovest dell'odierna Atripalda, sulla riva sinistra del fiume Sabato. Prima della conquista romana, la valle del Sabato fu abitata dalla tribù sannitica degli “Hirpini”, cui doveva appartenere il gruppo degli “Abellinates”, identificati come abitanti di Abellinum in età sannitica. La collina della Civita, infatti, ha restituito materiali votivi che possono far ipotizzare l'uso della collina come area sacra, fortificata da una cinta muraria di tipo sannitico, che attesta l'esistenza di un luogo di aggregazione degli “Abellinates” rispetto ai villaggi della valle. In età romana venne fondata la città vera e propria, che nel toponimo conservò la sua discendenza sannitica. In età augustea, la colonia visse il periodo del suo massimo splendore, con la costruzione del complesso delle mura e degli edifici pubblici, quali l'anfiteatro e le terme, nonché la costruzione del grande acquedotto romano alle sorgenti del Serino. Per l'età che segue, fino alla metà del IV secolo d.C., scarse sono le informazioni sulla vita del centro, fino alla fase di graduale abbandono per il sopraggiungere della guerra greco-gotica e fino alla conquista longobarda nel VII secolo. L'impianto urbano dell'antica Abellinum, la cui estensione è di circa 25 ettari, è delimitato da una cinta muraria di 2 chilometri risalente all'età tardo-repubblicana. All'interno della cinta muraria, sul lato Est, è situata l'area interessata dai complessi pubblici: il foro e le terme. Del complesso termale, che si può osservare sulla destra risalendo il pendìo, si conservano le tegole tubolari dell'ambiente caldo (“calidarium”) sul quale poggia la ben nota “Torre degli Orefici”. Nella zona Nord-orientale della Civita, è venuto alla luce un importante complesso residenziale, delimitato da un decumano maggiore e da un cardo minore. La “domus” di tipo ellenistico-pompeiano ha un 'estensione di circa 2500 metri quadrati ed è appartenuta, nel periodo iniziale dell'impero, a Marcus Vipsanius “primigenius”, liberto di Vipsanio Agrippa, genero di Augusto, come attesta il ritrovamento di un sigillo di bronzo. Molti reperti, ritrovati durante lo scavo del sito, sono conservati presso la Dogana dei Grani di Atripalda.
Fonte: "prolocoatripalda.it"
Fonte immagine: "orticalab.it"