Costruito tra il 1574 ed il 1592 da Alonso III Sanchez de Luna d'Aragona, all'epoca Marchese di Grottola e Tesoriere del Regno di Napoli, è stato residenza ininterrotta di questa famiglia e dei Caracciolo di San Teodoro, che ne furono eredi feudali fino al 1836. Dal 1903 al 1932 fu occupato dal commerciante Giuseppe Macrì, che aveva avuto trascorsi militari al seguito di Garibaldi (sergente) e nell'Esercito Regio Italiano (tenente) dopo l'unificazione d'Italia. Macrì aveva con sé una donna misteriosa, una certa Filomena Passero che egli definiva scherzosamente suo Ministro degli Interni. Costei, come dice una filastrocca santarpinese, ancora ricordata dai più anziani, “non gli era né moglie, né sorella, né parente, ma solo donna Filomena del Tenente”; per il suo aspetto trasandato, venne soprannominata “Filumena a’ mort” (Filomena la morta), ed è così rimasta impressa nella memoria popolare che ancora oggi a Sant’Arpino, quando si vede una donna vestita male, si dice: “me pare donna Filumena d’ ‘o Tenente” (mi sembra donna Filomena del Tenente). Donato dallo stesso Macrì, con decisione testamentaria, al Comune di Sant’Arpino, il Palazzo è stato sede degli uffici comunali fino al 1993. Attualmente (2016) ospita la Biblioteca Comunale, il Museo Civico e la Pinacoteca Comunale ''Massimo Stanzione'', curati dalla Pro Loco. Il Palazzo sorse sul luogo precedentemente occupato da un'antica Chiesa dedicata a Sant’Elpidio della quale rimangano le tracce in alcune lapidi fatte affiggere dallo stesso Alonso III. Originariamente conformato su tre lati, fu completato con il loggiato sul quarto lato nel 1798, in occasione delle nozze dell'allora Duca Alonso VII con Maria Giovanna d'Avalos, Marchesa di Vasto e di Pescara. L'edificio si sviluppa su tre livelli, con le finestre al piano nobile in maggiore risalto. Il bellissimo portale in piperno presenta una balaustra finemente decorata e sostiene l'ampio balcone della facciata. Tra i tre ordini di questa esistono delle incorniciature che ne appiattiscono piacevolmente l'imponenza. Resti di affreschi ed istoriazioni sui soffitti si notano ancora nelle sale di recente restaurate. Da ammirare il maestoso stemma araldico che si trova nella volta dell'ingresso principale.
Fonte: "comune.santarpino.ce.it - prolocosantarpino.it"
Fonte immagine: "lasentinellaonline.it"