Il Palazzo dei Gaetani dell’Aquila di Aragona torreggia maestoso nel quartiere medievale di Piedimonte Matese, già d’Alife. L’antico castello feudale – oggi Palazzo Gaetani – un tempo munito di torri e di merli, è l’edificio di più vasta mole che vanti Piedimonte. Su di esso circolano ancora strane e misteriose leggende: si dice che fu teatro di drammi e di avvenimenti paurosi; che fu alcova di amori violenti; che ivi danze e conviti si svolsero in una regale sontuosità; che nel trabocchetto, ora murato, finivano i vassalli importuni. Oggi, il Palazzo, perduta la sua suggestiva caratteristica, è una dimora corredata di tutte le comodità di una vita dilettevole. Il portale principale, ad Oriente, è opera del XVI secolo; quello secondario, a Nord, prospiciente il Largo di Santa Maria Vecchia, conserva una magnifica architettura del XV secolo; entrambi sono in travertino. Il primo ha delle bugnature quadrate, negli angoli del frontespizio due grandi rosoni in altorilievo e sopra lo stesso campeggia lo scudo, pure in travertino, raffigurante l’arma della Casa, inquartata con quelle delle famiglie dell’Aquila, d’Aragona e Corigliano. L’altro portale, ad arco depresso, ha tutti i caratteri spiccati della scuola napoletana del periodo durazzesco: negli angoli superiori del frontespizio, tra il riquadro esterno e l’arco, vi sono scolpite due figure, una umana, l’altra di animale; in alto, poi, vi è infisso un altro scudo della Casa, senza l’arma di Corigliano. Dal portale principale si accede nell’atrio, al cui centro s’erge un’artistica fontana in travertino, formata da una vasca, da cui si eleva una colonna con largo bacile in alto, e da un aggruppamento di quattro aquile reali, uscenti dalla vasca medesima. A destra dell’atrio vi è lo scalone a due rampe che immettono in un porticato, dal quale si accede al primo piano dal lato destro, e al secondo, dal lato sinistro. Niccolò Gaetani, Principe di Piedimonte, fu quegli che operò numerose trasformazioni al Palazzo, distruggendo tutta l’architettura degli antichi tempi. Trasformato nei primi anni del XVIII secolo, specialmente con la costruzione di tre appartamenti, dal salone principale al giardino, come risulta da un atto in data 26 luglio 1700, chiamati da Niccolò Gaetani convennero architetti, scultori e decoratori napoletani, che realizzarono alcuni portali interni in alabastro, volte di stucco, quadri ed affreschi. Un salone al primo piano contiene, infatti, una serie di ritratti dei più insigni antenati di Casa Gaetani; altre sale ospitano quadri religiosi e profani, affreschi riproducenti episodi storici, mitologici e scene campestri e tele con fiori, frutta e cacciagione. Tra gli artisti, si ricordano Francesco Solimena, che qui tenne il primato, il De Matteis, il Loth, il Cusati, il Nani, il Brandi, il Rossi, il Martoriello, il De Dominicis, l’Abate Belvedere e, tra i dilettanti, il Giovo e lo stuccatore Catuogno. Tutti gareggiarono ad abbellire la sede del Principe, stimato per uno dei più nobili mecenati dell’arte. Oltre ai ritratti di Niccolò Gaetani e di Aurora Sanseverino, il Solimena dipinse “L’Aurora”, dal nome della Principessa con gli Amorini che preparano il Carro tra le nubi, con il vecchio Tritone, con la Fatica nuda, in piedi, e col Sonno che cade dal letto; Paolo De Matteis svolse le favole di Apollo e di Dafne, di Pane e di Siringa, intorno alle quali lo stesso Solimena dipinse Amorini ed ornamenti; Onofrio Loth ritrasse indovinati quadri di fiori e frutta, di pesca e cacciagione; Gaetano Cusati quadri di animali e di vasi ripieni di fiori; Gaetano Martoriello svariati paesaggi; Nicola Maria Rossi un “Natale”, un “San Francesco” e la “Decollazione di San Gennaro”; infine, Giacomo Nani tele di frutta e scene campestri. Di tutte queste opere, alcune soltanto esistono al presente, le altre furono trasportate in altre residenze dai vari componenti la famiglia Gaetani. Dal Palazzo si gode un magnifico panorama cui fanno corona i monti Compulterini e Tifatini, il Vesuvio e le montagne del Beneventano, mentre nella vasta pianura scorre lento il fiume Volturno.
Fonte: "asmvpiedimonte.altervista.org"
Fonte immagine: "recuperiamopalazzoducale.jimdo.com"