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Museo Kere

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Descrizione

L'idea di istituire un Museo etnografico in Caiazzo nasce nel 1990, allorquando il Professor Augusto Russo coordinò un gruppo di giovani per una ricerca intorno alla civiltà e alla cultura contadina e popolare sul territorio caiatino. Lo stesso fondò nel 1994 l'Associazione “Kere” (nome italico della Dea Cerere), un gruppo di volontari con la finalità di istituire e gestire in Caiazzo il Museo Etnografico zonale - considerata l'omogeneità geografica, morfologica, litologica ed economica del caiatino - della cultura e delle tradizioni contadine e popolari. Il gruppo, consapevole che il vasto patrimonio di tradizioni e di oggetti della vita contadina e popolare rischia di uscire dalla memoria sotto i colpi della società della fretta e dei consumi e che un Museo rappresenta un'enorme risorsa per il territorio, in termini di promozione turistica e come rivalutazione dell'immagine, ha inteso raccogliere e conservare in allestimento museale quelle testimonianze idonee a documentare alle giovani generazioni di oggi e a quelle future i ritmi dell'esistenza e i sistemi produttivi di un tempo, legati a quella antica e faticosa arte che è appunto l'agricoltura e che il progresso della scienza e della tecnica in pochi decenni ha stravolto. Il Museo è stato finalmente aperto al pubblico nel luglio del 1997, registrando un sempre crescente successo in termini di consenso da parte della pubblica opinione, concretizzatasi in un afflusso di visitatori veramente entusiasmante, provenienti da molte località della Regione Campania, da zone limitrofe e occasionalmente da altre regioni d'Italia. L'allestimento era inizialmente sistemato nei suggestivi ambienti dell'ex parlatorio delle Clarisse, il Conservatorio di Vergini, fondato intorno al 1614-15 per l'educazione delle giovinette nobili di Caiazzo da Don Giulio Cesare D'Ettorre, nobile caiatino e Vicario generale della Diocesi, che allo scopo comprò molte case accorpandole e adattandole ad uso di Monastero, sotto il patrocinio della Santissima Concezione di Maria. Il pio luogo divenne poi Monastero di clausura dell'Ordine di San Francesco e con le regole di Santa Chiara, per disposizione di Urbano VIII con bolla del 14 dicembre 1643, accolse la petizione delle Monache mediante la prima Badessa del Conservatorio, Antonia Tommasina De Simone. Per agevolare quest'ultima operazione, poco prima della morte D'Ettorre aveva nominato erede di tutti i suoi beni il medesimo pio luogo. Nella seconda metà dell'Ottocento, la direzione del pio istituto passò alle Suore di Carità, che con alterne fortune lo tennero fino ai primi anni sessanta del XX secolo. I locali, abbandonati da alcuni decenni e soggetti alle offese del tempo e degli uomini, ricolmi di spazzature e calcinacci, appartengono all'ente morale “Opere Pie Riunite” di Caiazzo che con grande sollecitudine e sensibilità li ha dichiarati disponibili a questa nuova destinazione per quindici anni; essi sono stati ripuliti, bonificati e recuperati al nuovo uso dal paziente e faticoso lavoro dell'Associazione, con un acrobatico impegno finanziario per effettuare anche lavori murari di consolidamento alle strutture. Nell'ottobre del 2012, il ricco materiale veniva traslocato a Palazzo Mazziotti e distribuito nelle tre sale disponibili a piano terra.
Fonte: "trionfo.altervista.org"
Fonte immagine: "mediovolturno.guideslow.it"

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