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Museo Duca di Martina

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Descrizione

Il Re Ferdinando di Borbone, nel 1817, acquistò Villa Floridiana per destinarla a residenza estiva della moglie morganatica Lucia Migliaccio di Partanna, Duchessa di Floridia, sposata in Sicilia nel 1814, tre mesi dopo la morte della Regina Maria Carolina. La ristrutturazione dell’intero complesso, che comprendeva un piccolo casino (l’attuale Museo), una coffee-house (l’odierna Villa Lucia) e il Parco, fu affidata all’Architetto Antonio Niccolini, che vi lavorò dal 1817 al 1819. Dopo la morte della Duchessa di Floridia, nel 1826, gli edifici monumentali ed il Parco subirono numerose trasformazioni da parte degli eredi fino al 1919, anno in cui la Villa venne acquistata dallo Stato e destinata a sede museale. Il Museo Duca di Martina è sede, dal 1931, di una delle maggiori collezioni italiane di arti decorative; comprende oltre 6 mila opere di manifattura occidentale ed orientale, databili dal XII al XIX secolo, il cui nucleo più cospicuo è costituito dalle ceramiche. La raccolta, che dà il nome al Museo, è stata costituita nella seconda metà dell’Ottocento da Placido de Sangro, Duca di Martina, e donata nel 1911 alla città di Napoli dai suoi eredi. Il Duca, nato a Napoli nel 1829 ed appartenente ad un illustre casato strettamente legato alla corte borbonica, dopo l’Unità d’Italia si trasferì a Parigi, dove iniziò ad acquistare oggetti d’arte applicata, entrando in contatto con i maggiori collezionisti europei e partecipando alle grandi esposizioni universali. Il Museo si sviluppa su tre piani: al piano terra sono esposti, oltre ad alcuni dipinti, avori, smalti, tartarughe, coralli e bronzi di epoca medioevale e rinascimentale, maioliche rinascimentali e barocche e vetri e cristalli dei secoli XV-XVIII, mobili, cofanetti e oggetti d’arredo; al primo piano è collocata la raccolta di porcellane europee del XVIII secolo, costituita da nuclei delle più importanti manifatture del Settecento, come Meissen, Doccia, Napoli e Capodimonte, porcellane francesi, tedesche ed inglesi; al piano seminterrato, infine, è stata allestita la sezione di oggetti d’arte orientale, tra cui notevole è la collezione di porcellane cinesi di epoca Ming (1368- 644), Qing (1644-1911) e giapponesi Kakiemon ed Imari.
Fonte: "beniculturali.it"
Fonte immagine: "preziosamagazine.com - travelcarnet.it"

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