Il Museo Diocesano si propone di far conoscere la storia di fede dell'Altirpinia, attraverso un percorso delle testimonianze storico-artistiche realizzate, nel corso dei secoli, dalle singole comunità credenti, che costituiscono l'odierna Chiesa locale. È un cammino a ritroso nel tempo, che permette di ripercorrere le vicende di ben sette Chiese locali: Conza della Campania, Sant'Angelo dei Lombardi, Nusco, Bisaccia, Montemarano, Monteverde e Frigento, presenti nel passato sul territorio e confluite nell'odierna circoscrizione ecclesiastica. Ad ognuna di queste antiche Diocesi è riservato uno spazio all'interno del percorso espositivo, distribuito negli ambienti dell'appartamento abitato dai Vescovi di Nusco. Statue, dipinti e arredi liturgici sono esposti secondo un criterio dinamico, che prevede una rotazione temporale, in modo da creare una sinergia con le singole comunità parrocchiali, per favorire l'espandersi del Museo nel territorio e creare nuovi spazi espositivi a livello locale. Costruito negli anni 1756-57 ad opera di Monsignor Francesco Antonio Bonaventura, benemerito presule che resse la diocesi di Nusco dal 26 novembre 1753 al 15 giugno 1788, il Palazzo Vescovile rappresenta un'elegante testimonianza di sobrio stile tardo barocco di provincia. Assieme all'antistante Cattedrale, alla piccola Chiesa di San Giuseppe, agli estesi Giardini sulle mura settecentesche e al contiguo Seminario, costituisce una vera e propria insula episcopale nel cuore dell'antica cittadina altirpina. Il valore architettonico dell'insieme è amplificato dall'eccellente contesto paesaggistico in cui è inserito, a 900 metri di altitudine. La cappella dell'Episcopio è stata, per secoli, il cuore della casa del Vescovo. Luogo di preghiera e di celebrazione dei misteri di Dio, testimonia il primato assoluto dei valori dello Spirito nella vita di ogni uomo. In considerazione di ciò, nell'allestire il Museo si è stabilito di collocare in questo ambiente i reliquiari, di epoche, fogge e stili diversi, provenienti da comunità parrocchiali dell'Arcidiocesi. La scelta è stata dettata dalla volontà di evidenziare che questi manufatti non devono essere considerati semplicemente come oggetti artistici, ma ricordare che sono stati commissionati e realizzati per contenere reliquie di uomini e donne santi, alla cui intercessione la comunità cristiana sempre si affida per ricevere, da Dio Padre, l'aiuto necessario per percorrere quel cammino di santità che ogni battezzato deve sentire come obiettivo primario della sua vita. Dinanzi a questi reliquiari molte persone, nei secoli passati, hanno pregato, soprattutto nei momenti più difficili della loro vita.
Fonte: "diocesisantangelo.it"
Fonte immagine: "verderosa.it"