Capri ha reso omaggio al genio artistico di Karl Wilhelm Diefenbach dedicandogli, dal 1974, uno spazio espositivo permanente nel Museo della Certosa: 31 le tele, 5 le sculture in gesso ed un ritratto del pittore di Ettore Ximenes. Nel Museo sono inoltre custodite le statue di epoca romana raffiguranti divinità marine, rinvenute nella Grotta Azzurra. Diefenbach giunse a Capri quasi per caso quando, di passaggio da Napoli, aveva accettato l’invito ad un ballo organizzato dal pittore Christian Allers, nella sua villa a Tragara, per gli artisti stranieri presenti sull’isola. Capri, lussureggiante e ospitale, misteriosa e inquietante, evocava proprio quel sentimento del sublime che egli ricercava e ricreava nelle sue opere, e l’atmosfera e lo stile di vita dell’isola gli consentivano di vivere liberamente. Così decise che quello sarebbe stato il porto sicuro della sua maturità, dove trascorrere il resto della vita. Lo studio del pittore si trovava vicino alla Piazzetta, in una posizione strategica; i turisti che giungevano a Capri venivano accolti, sulla terrazza della funicolare, dall’artista che con “gesto messianico” li invitava ad entrare dietro pagamento nel suo studio, esortandoli a comprare le sue opere e nello stesso tempo a osservare i principi del suo credo religioso. Vestiva con un semplice saio bianco, portava i capelli lunghi lasciati incolti sulle spalle e girava sempre a piedi nudi, sia in estate che in inverno. Esponente del tardo Romanticismo tedesco, egli traspone nelle sue opere il senso cosmico della natura, il sentimento religioso dell’infinito, lasciando riaffiorare le paure e i fantasmi della sua psiche. I dipinti si caratterizzano anche per la presenza di eteree figure femminili; la donna di Diefenbach è misteriosa, inquietante, smarrita in un universo sconfinato e complicato, un’esile figura guizzante nel vuoto che evoca la spiritualità femminile, avendo perso ogni riferimento alla materialità e alla fisicità. Anche nella sfinge, altro personaggio ricorrente nella sua tematica, c’è un chiaro riferimento alla donna intesa come mistero ed enigma, perché in essa si fondono i due elementi della terra (il leone) e dell’aria (le ali). L’effetto di grande impatto emotivo dei suoi dipinti è ulteriormente accentuato dalle notevoli dimensioni delle tele e dall’uso di nuove tecniche pittoriche, quali il bitume e il nerofumo. Il risultato pittorico è una materia densa e pesante, spesso soggetta a forti screpolature; l’esasperazione dei timbri cromatici, con forti variazioni che vanno dalle terre bruciate ai rossi, ai toni dei verdi puri e dei cupi azzurri illuminati talvolta da violenti bagliori di luce, amplifica la follia visionaria.
Fonte: "caprireview.it"
Fonte immagine: "ilcomuneinforma.it - caprireview.it"