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Museo di Capodimonte

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Descrizione

Nel 1734, dopo due secoli di vice regno spagnolo e anni di dominazione austriaca, Napoli tornava ad essere capitale di un regno indipendente con Carlo di Borbone. Il nuovo Re decise, durante la ricostruzione dell’architettura urbana, che era arrivato il momento di far erigere un secondo Palazzo in cui poter esprimere al meglio i suoi due più grandi passatempi: la caccia e l’arte. Il Palazzo doveva ospitare la ricca Collezione Farnese, un vero e proprio tesoro risalente al periodo rinascimentale di cui sua madre gli aveva fatto dono, e nuove stanze reali dove alloggiare durante le battute di caccia. Il luogo scelto fu Capodimonte, una bella collina con un panorama meraviglioso sul Vesuvio, Posillipo e San Martino, che nei secoli fu la residenza storica anche dei Bonaparte, dei Murat e dei Savoia. L’incarico fu affidato a Giovanni Antonio Medrano, che sviluppò un edificio con due rigorose facciate in stile dorico in cui regna il tradizionale rosso napoletano. Della nota Collezione fanno parte grandi nomi della cultura nazionale ed internazionale quali: Raffaello, Tiziano, Parmigianino, Ludovico Carracci e Guido Reni. L’elenco delle opere è molto vasto e include pitture, sculture, bronzi, libri, arredi, cammei, monete ed altri oggetti di carattere archeologico. Quando nel 1815 Ferdinando IV tornò dall’esilio, intraprese nuovi lavori al Palazzo e diede di nuovo spazio all’arte. Facendo un passo indietro, la storia ci racconta che Ferdinando, salito al trono in età molto giovane, si mostrava refrattario e per nulla interessato alla vita politica del regno, delegando tutti i compiti più importanti, motivo per cui veniva chiamato il Re Lazzarone, nomignolo affibbiatogli dai lazzari napoletani che abitualmente frequentava tutti i giorni. Il caso volle, però, che nel 1768 sposò una persona completamente diversa da lui, che prese in mano il Regno, le sue regole e il suo popolo: Maria Carolina d’ Asburgo, sorella della Regina di Francia Maria Antonietta, nata Arciduchessa d’Austria. Cresciuta in un ambiente massonico, Maria Carolina era una donna estremamente attiva e impegnata in iniziative di qualsiasi tipo; con il suo arrivo, le logge di Napoli videro il moltiplicarsi di ricevimenti e gran balli, in cui non mancavano discussioni letterarie ed incontri importanti. Una leggenda racconta che la Regina terrebbe, ancora oggi, sfarzosi ricevimenti e feste tutte le notti, divertendosi, come una volta, nelle sontuose sale della Reggia. A ritmo di danza, nei saloni, apparirebbero luci e figure accompagnate da note di clavicembalo che, magicamente, si dissolvono alle prime luci dell’alba.
Fonte: "napolimeteo.it"
Fonte immagine: "campaniartecard.it"

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