Il castello Arechi offre un Museo dove vi sono reperti provenienti dagli scavi eseguiti sul sito: si possono trovare ceramiche, vetri, oggetti metallici e monete. La ceramica decorata a bande rosse è rappresentata da circa quattrocento frammenti risalenti al periodo tra il VII e il XIII secolo. Si caratterizzano per una decorazione con strette spirali o fasce più larghe che descrivono archi consecutivi. Altrettanto importante è la classe di ceramica con spirale ware, databile tra il XII e il XIII secolo. A questo gruppo appartengono le coppe e i bacini decorati con spirali verdi e bruno manganese. Altri novantotto reperti rinvenuti sono conducibili a forme aperte. Affascinante un bacino decorato con tre spirali separate da tre foglie verdi con doppio contorno in bruno. Molte le ciotole che presentano una decorazione con una fascia verde delimitata da linee dritte o ondulate in bruno. Del XIII secolo, invece, la ceramica protomaiolica, il cui rivestimento è lo smalto. Molte le ciotole rinvenute nella fortezza, con pareti svasate e piede ad anello. La ceramica graffita, invece, appartiene al periodo tra il XIV secolo e il XV secolo; qui la decorazione era realizzata graffiando a superficie degli oggetti con una punta sottile. La decorazione era solitamente rappresentata da motivi vegetali o geometrici; una sola raffigurazione animale costituita da un pesce sulla tesa di un piatto. Questo tipo di ceramica graffiata ha una complessa lavorazione e, di conseguenza, richiedeva una elevata disponibilità economica. I vetri presenti nel museo sono stati portati alla luce durante gli savi. Si tratta anche qui di piccoli o poco più grandi frammenti di suppellettili da mensa: calici, bottiglie, ampolle. Molto sottili e privi di decorazione, risalgono al periodo tra il XII e il XV secolo. Le decorazioni, ove presenti sono applicate a caldo sul gambo dei calici o dei bicchieri, oppure realizzate a stampo. I metalli rinvenuti, invece, sono numerosi e riconducibili alle innumerevoli attività che si svolsero all’interno della fortezza. Si tratta per lo più di reperti in bronzo e ferro provenienti dalla vita quotidiana dell’epoca: chiodi, serrature, spille, fibbie, ferri di cavallo. Numerose anche le armi rinvenute, quali punte di freccia, dardo di balestra, lance. Infine le monete: di particolare interesse sono tre gruzzoli. Il primo costituito da denari della zecca di Rouen, capitale della Normandia; monete in argento coniate tra il XI secolo i gli inizi del XII secolo. Il secondo è composto da 21 monete d’oro ritrovate in una brocca di creta, appartenenti alla zecca di Palermo o Messina. Infine il terzo gruzzolo di 22 monete in argento e una di rame con esemplari della zecca di Macerata, Napoli, Bologna databili tra il 1392 e il 1534.
Fonte: "costieraamalfitana.com"
Fonte immagine: "salernomagazine.it"