Il Museo è sorto nel 1978 per esporre e valorizzare i materiali archeologici dell’antica “Calatia”, città di origine osca (VIII secolo a.C.), distrutta e abbandonata nel IX secolo. Ha sede nel complesso monumentale del Convento di Santa Maria De Commendatis, forse sorto sul luogo dell’antico ospedale dei Cavalieri Gerosolimitani (XII secolo). Ampliato dal 1565 dai Carafa, Duchi di Maddaloni, fu da essi trasformato in Convento (dal 1660), che poi venne affidato alle Suore Domenicane (dal 1719); fu attivo fino al 1912, quando l’edificio divenne proprietà comunale. Annessa al Convento è la Chiesa di Santa Maria, detta dell’Assunta, forse già legata al Convento dei Verginiani (sorto nel 1178) ed ampliata nel 1206 per ordine di Federico II. È a navata unica, preceduta dall’atrio (che sorregge il coro delle Monache), dove è il portale (lunetta, fine XIV secolo). All’interno sono affreschi attribuiti a Corenzio (volta della navata) e una “Crocifissione” nella sagrestìa (XIV secolo). Numerosi i reperti esposti nel Museo, che occupa l’antico Monastero. Quelli di archeologia, dall’età del Rame (circa 2800 a.C.) al III secolo d.C., provengono dalla necropoli di Calatia. Le statue lignee (XVII-XVIII secolo), i dipinti, tra cui spicca “L’Annunciazione” attribuita a Francesco Solimena e le maioliche provengono da chiese della città; completa il percorso la sala degli “ex-voto” del Santo Patrono, in deposito dal Santuario di San Michele.
Fonte: "trionfo.altervista.org"
Fonte immagine: "vivicasagiove.it - ecampania.it"