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Museo Archeologico

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Descrizione

Il Museo è ospitato, dal luglio del 1965, all’interno del Convento di Sant’Antonio sorto nella seconda metà del XIII secolo come convento francescano, voluto e portato a compimento dalla famiglia dei Filangieri. Nel 1989 furono rimessi in luce i dipinti che ornano la volta della sala che ospita il settore delle necropoli, cosiddetta “sala della congiura” perché la tradizione vuole che qui si riunirono i cardinali per congiurare contro Urbano VI nel 1385. La maggior parte della documentazione esposta proviene dagli scavi condotti dalla Direzione dei Musei Provinciali di Salerno dal 1957 in poi, sia nel centro urbano dell’antica Nuceria (attuale Nocera Superiore) che nelle sue necropoli a cui si aggiungono raccolte private come quella delle famiglie Pisani e Bove e quelle di enti locali come il Comune di Angri. La visita del Museo non segue, per problemi di spazio, un percorso cronologico e dunque sono i reperti ad adeguarsi ai vani espositivi, talvolta ricavati, come il piccolo vano Lapidario, addirittura lungo una breve scala. Di un certo rilievo sono "piatti piccioli", inusuali nella tipologia locale e realizzati appositamente per gli equipaggi delle navi, avendo un tipo di fondo che consentiva una presa ferma ai naviganti durante gli ondeggiamenti del mare. Sono decorati da una spirale in manganese che parte dal centro della ciotola ed è coronata esternamente da una linea serpentina e da fasce concentriche gialle e verdi presso l'orlo e sulla tesa. Presenti anche un esemplare di zuppiera, dall'orlo modanato che permette il suo inserimento sul vassoio e molti piatti da mensa con uguale decorazione sui bordi, caratterizzata da una fascia verde con motivo a reticolato in bruno. Oltre a questi, vi sono piatti con decorazioni particolari, come ad esempio quelli con un teschio con le ossa incrociate sul retro che rimanda alla tradizione religiosa francescana. Vi sono custoditi, inoltre, dei dipinti del 1979 opera di Baldassarre Fresa, che ritraggono i suoi fratelli, pionieri dell'archeologia nocerina: l'astronamo Alfonso, e don Matteo, il sacerdote. Del 1946 è l'acquerello che riproduce il complesso di Santa Maria Maggiore, che appare ancora libero dall'agglomerato edilizio che negli anni sessanta ha contrassegnato negativamente il territorio. Il pezzo più interessante è costituito dal sarcofago romano di III secolo, riutilizzato durante il Medioevo. Il reperto proviene dal Vescovado di Nocera. Realizzato in marmo bianco e mostra su entrambi i lati lunghi una decorazione, a rilievo sul lato principale, incisa sul retro: sul lato frontale vi sono due nikai alate di profilo (simbolo della vittoria sulla morte) che convergono verso il centro per sorreggere un clipeo che dovrebbe rappresentare l'immagine del defunto/a di cui purtroppo non rimane quasi nulla. Al di sotto del clipeo vi sono due esseri con la testa di cavallo e il corpo pisciforme, ossia i cavalli di Poseidone che vivono nel mondo sottomarino, come suggeriscono le onde stilizzate sotto di essi. Questa doppia identità indica l'appartenenza ai due mondi, terrestre e marino. Alle estremità vi sono due figure alate stanti, ciascuna rivolta verso l'esterno, in posizione di riposo come indicato dai piedi che sono la parte meglio conservata. Sul retro invece vi è un'iscrizione resa con la tecnica del solco triangolare in caratteri tardi di tipo capitale.
Fonte: "beniculturali.it/it.wikipedia.org"
Fonte immagine: "tripadvisor.it"

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