Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, uno dei primi costituiti in Europa in un monumentale Palazzo seicentesco tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento, può vantare il più ricco e pregevole patrimonio di opere d’arte e manufatti di interesse archeologico in Italia. In esso sono esposti oltre tremila oggetti di valore esemplare, in varie sezioni tematiche, e conservati centinaia di migliaia di reperti databili dall’età preistorica alla tarda antichità, sia provenienti da vari siti antichi del Meridione, sia dall’acquisizione di rilevanti raccolte antiquarie, a partire dalla collezione Farnese appartenuta alla dinastia reale dei Borbone, fondatori del Museo. Il primitivo impianto dell’edificio, rimasto incompiuto e destinato alle Scuderie Vicereali, fu costruito per ordine del viceré di Spagna, don Pedro Giron, nel 1585, dall’architetto G. V. Casale. La struttura venne trasformata, nel 1610-1615, ad opera dell’architetto Giulio Cesare Fontana, al fine di trasferirvi gli Studi. Nell’edificio, l’Ateneo napoletano rimase per oltre un secolo e mezzo fino al suo trasferimento nel Real Convitto del Salvatore, nel 1777. Sul finire del Settecento, gli architetti Ferdinando Fuga prima, e Pompeo Schiantarelli poi, si apprestarono ad ampliare il vecchio Palazzo degli Studi per convertirlo a Museo universale. Tra il 1821 ed il 1825, l’architetto Pietro Bianchi ampliò l’edificio con l’angolo Nord-Est, curando inoltre la sistemazione della statua di Ferdinando I di Borbone eseguita dal Canova, posta nel mezzo dello scalone monumentale del Museo. Nel 1777, Re Ferdinando IV decise di destinare il Palazzo a sede del Museo Borbonico e della Real Biblioteca, riunendo in un solo complesso il fondo librario, la ricchissima raccolta di antichità, appartenute ad Elisabetta Farnese, madre di Carlo III, e le collezioni archeologiche formatesi durante gli scavi intrapresi nelle cittadine vesuviane dal 1738 e precedentemente esposte nel Museo Ercolanese di Portici; il Museo Borbonico fu inaugurato nel 1816. Divenne proprietà statale nel 1860 con l’Unità di’Italia, cambiando il nome in “Museo Nazionale”. Nel tempo, molte furono le immissioni che andarono ad arricchire il numero di collezioni di pregio, andando ad approfittare dello spazio che si veniva a creare: nel 1925, la Biblioteca fu trasferita nel Palazzo Reale di Napoli; nel 1957, la Pinacoteca fu trasferita nell’attuale Museo di Capodimonte. Rimasero così in questa sede le ricche collezioni di antichità, cosicché il Museo iniziò ad assumere la sua odierna identità di Museo Archeologico.
Fonte: "cir.campania.beniculturali.it"
Fonte immagine: "zoover.it"