La fondazione della città romana seguì lo schema del “castrum” (accampamento militare), teorizzato da Ippodamo di Mileto: due strade ortogonali, il Decumano, lungo 510 metri, e il Cardine, lungo 405 metri, definivano un sistema a reticolo all’interno del quale si impostavano edifici pubblici e “domus” (abitazioni) private, suddivisi in “Quarti”: di San Francesco; del Vescovado; di San Pietro; del Castello. Il tutto era cinto da Mura che, in parte, si conservano per un’altezza di 6,5 metri, rinforzate da Torri equidistanti tra loro, di forma semicircolare e rettangolare, alternate. La cinta muraria, a pianta rettangolare con angoli arrotondati, era realizzata in “opus incertum”, una tecnica costruttiva molto diffusa nella tarda età repubblicana, per la rapidità dell’esecuzione: venivano costruiti due muri paralleli spessi circa 0,60 metri e lo spazio interno veniva riempito con una mescola di sassi, sabbia e calce (“opus caementicium”). La costruzione ha avuto due fasi caratterizzate dall’utilizzo di scapoli di calcare di diverse dimensioni, particolarità ben visibile nel prospetto di Sud-Est. Le Mura avevano quattro Torri esagonali negli spigoli e alternavano Torri semicircolari e quadrate in corrispondenza degli assi viari interni. In corrispondenza degli incroci, tra le due strade principali e le Mura, si aprono quattro Porte a cavedio: Porta Piedimonte a Nord, che conserva gli stipiti di età romana realizzati in blocchi di calcare e le Torri quadrate inglobate in abitazioni private, mentre il pinnacolo che si nota sul lato orientale è uno sfiato dell’acquedotto; Porta Napoli a Est, detta anche Porta Beneventana, insistendo sulla strada che conduceva a Benevento; Porta Fiume a Sud, la meglio conservata delle quattro, presenta le Torri esterne inglobate in abitazioni private e, il suo aspetto attuale, che risale al Medioevo, ha goduto di un bel restauro negli anni scorsi; Porta Roma a Ovest. Quest’ultima conserva ancora, nello spessore dei blocchi, le tracce delle guide utilizzate per far scorrere la saracinesca di chiusura. Gli scavi archeologici operati in prossimità delle Mura, in occasione di lavori pubblici o durante gli interventi di restauro, non hanno permesso di definire con precisione la datazione della loro costruzione che, dalla tecnica edilizia, comunque si colloca al primo secolo avanti Cristo.
Fonte: "alifeturismo.it"
Fonte immagine: "alifeturismo.it"