La Mostra Etnologica di Lioni nasce dall'esigenza di ricostruire il filo della continuità con il passato, favorire la riappropriazione dell'identità perduta a causa del sisma del 23 novembre 1980, ed affidare alle nuove generazioni un patrimonio di oggetti e documenti (circa 3500 su una superficie di 500 metri quadrati) che ripropongono spaccati di vita, ricordi ed emozioni degli ultimi due secoli. La collezione è un mezzo di informazione, espone testimonianze che consentono la riscoperta di forme di vita, di usi e costumi, di situazioni sociali ed economiche: un museo-vivo dove risulta evidente il rapporto tra segni e cultura, dove si avverte il profumo del ricordi che aiutano a ritrovarsi. La Mostra, vero e proprio laboratorio della memoria, presenta gli oggetti secondo una logica sequenziale e per temi, con puntuali schede descrittive ad accompagnarli. Per cominciare, l'archeologia, con reperti di epoca sannitica e romana, tra i quali un “cippo graccano” (pietra di confine) del I secolo, scoperto nel 1986; il ritrovamento ha confermato come l'Alto Ofanto sia stato oggetto della riforma agraria promossa dai Gracchi, la quale determinava limitazioni al possesso di suolo demaniale da parte di privati. Poi il lavoro, la scuola, gli aspetti devozionali, e dal 2008 una sezione dedicata alla ferrovia.
Fonte: "storiadilioni.it"
Fonte immagine: "storiadilioni.it"