L' esercito di Pisacane giunge a Sanza. Una cinquantina di "rivoltosi" ci lascia la pelle, i più scappano o si arrendono. Pisacane, con un gruppo di irriducibili, sfugge all'accerchiamento, e ripiega verso il Cilento, che ha tradizioni di irredentismo: spera di trovare aiuto o rifugio. Purtroppo trova a riceverlo Sabino Laveglia, vicecomandante della guardia urbana: con Sabino sono altre guardie e alcuni contadini infuriati (il clero ha avvisato che i patrioti di Pisacane sono volgari banditi, venuti per depredare una popolazione già misera, e per violentarne le donne). Sulla durata e sulla entità del conflitto a fuoco le notizie sono contraddittorie: è certo che Pisacane viene colpito a morte, e quindi il preteso suicidio non è che una favola romantica, sia pure autorevolmente avallata da Nello Rosselli.
Fonte: "ricerca.repubblica.it"
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