la leggenda narra che nel 1866, mentre passeggiava a cavallo, Francesco Di Marzo vide due pastorelli che davano fuoco ad una pietra. Il fatto inconsueto lo distrasse, sia dalla vista che dall’odore di quello strano fenomeno: zolfo. Sceso da cavallo, si rese conto del giacimento, quasi affiorante, che il fiume aveva restituito alla luce dopo milioni d’anni, rodendo l’antico letto marino in cui era contenuto il tesoro. Era un uomo spiccio, deciso, e immaginò una miniera tenendo in mano una “micca”, cosi la chiamano i minatori, in italiano si dice ganga, cioé un sasso giallo-grigiastro fatto di zolfo, gesso e argilla.
Fonte: "comune.tufo.av.it"
Fonte immagine: "viniitalianidelsud.it"