Il sito religioso è meta di pellegrinaggi fin dal XIV secolo ed è noto per essere uno straordinario punto panoramico sul Cilento, sul Vallo di Diano e sul golfo di Salerno. Probabilmente, nello stesso punto in cui ora è presente il santuario mariano, sorgeva un antico tempio religioso pagano, edificato dagli Enotri in onore di una loro divinità, identificata con Era. Quasi certamente il sito religioso era già conosciuto al tempo dei Saraceni: infatti Gelbison (nome del monte) sembra derivare da Gebel-el-son, che in arabo significa "monte dell'idolo". Si ritiene che la fondazione del santuario cristiano, sul preesistente sito pagano, risalga al X o XI secolo ad opera di monaci basiliani italo-greci che all'epoca dei Longobardi si insediarono nel Cilento. L'edificio è a tre navate divise da colonne in pietra e la volta a botte reca decorazioni ad affresco. Oltre la chiesa, ingrandita nel 1908, fanno parte di complesso la cappella di San Bartolomeo, patrono di Moio della Civitella, il convento, la foresteria e altre piccole pertinenze civili e religiose. Nel presbiterio sono collocate alcune pregevoli statue di legno tra le quali la statua lignea della Vergine che è rappresentata seduta, col Bambino sul braccio sinistro e con la destra atteggiata a distribuire favori divini. La statua della Vergine presenta il viso bruno allungato, gli occhi alla greca e una figura slanciata che sembrano rifarsi all'iconografia bizantina importata in Italia dai citati monaci basiliani.
Fonte: "it.wikipedia.org"
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