L'antico Lago Lucrino, molto più vasto dell'attuale prima della formazione del Monte Nuovo, è di origine lagunare; fu utilizzato nel I secolo a.C. da Sergio Orata per la pescicoltura e l'ostricoltura, da cui forse il nome (lucrum = guadagno). Con opportune opere di sbarramento verso il mare, il Lago fu inglobato nella complessa struttura del Porto Giulio. Dall'antichità a oggi, varie e complesse modifiche son state apportate al sito sia da fenomeni naturali (bradisismo), sia dall'intervento dell'uomo. In età romana, il Lago Lucrino formava un unico complesso con il Lago d'Averno, a cui fu unito, sul finire del I secolo a.C., da un canale navigabile. Intorno al X-XI secolo, il Lucrino scomparve completamente, sommerso dal mare, in seguito all'abbassamento del suolo, che provocò anche l'arretramento della linea di costa alla riva dell'Averno. La situazione mutò ancora quando il suolo, nei secoli successivi, cominciò nuovamente a sollevarsi, causando la riemersione di un ampio tratto di costa, preceduta da scosse telluriche sempre più frequenti e intense nella notte fra il 29 e il 30 settembre 1538, con un rigonfiamento del suolo nella zona di Tripergole, che poi, sprofondando, provocò l'apertura di una voragine esplosiva (poi Monte Nuovo). La parte orientale dell'alveo dell'antico Lucrino, allora ancora coperto dal mare, fu colmata dai materiali eruttati (l'attuale specchio lacustre, infatti, si è formato solo alla fine del XVII secolo); l'antico canale artificiale scomparve. L'eruzione, inoltre, occultò definitivamente i resti delle numerose costruzioni, ville e impianti termali, che in antico avevano fatto delle sponde del Lucrino una delle zone residenziali più amene dell'area flegrea. Così scomparve ogni traccia del Cumanum di Cicerone, la villa nella quale l'oratore si era ripromesso di far rivivere l'Accademia aristotelica, ed in cui la tradizione erroneamente voleva che fosse stato più tardi sepolto l'Imperatore Adriano. La stessa sorte toccò probabilmente ai ruderi delle ville del dittatore Silla e dell'erudito Varrone.
Fonte: "comune.pozzuoli.na.it"
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