La Grotta di Cocceio è un antico cunicolo che, in antichità, collegava il porto dell'antica città di Cuma, punto di vedetta sul litorale domizio-flegreo, con il Lago d'Averno (al tempo collegato con canali artificiali al Golfo di Pozzuoli e al Lago Lucrino). La costruzione dell’intero complesso delle opere militari rimonta al periodo del conflitto tra Ottaviano Augusto con Sesto Pompeo prima e Marco Antonio poi, per la supremazia nell’Impero nascente di Roma. Tutta la zona fu interessata ai grandi lavori, alle trasformazioni colossali che richiese l’allestimento del “portus Julius”. L'esecuzione della particolare opera fu ordinata a Lucio Cocceio Acuto, insigne Architetto, nel 37 a.C.; lunga circa 1 chilometro, larga abbastanza da permettere il transito di due carri affiancati, aerata e illuminata da sei pozzi di luce aperti con specifico calcolo dell’incidenza dei fasci luminosi lungo le pareti rocciose, la galleria doveva servire ai rapidi spostamenti dei soldati di Ottaviano dall’uno all’altro capo della penisola cumana, senza essere scorti dal nemico. È ancora conservata parte dell’antico vestibolo, adorno una volta di statue troneggianti nelle vaste nicchie, che si allineano oggi vuote sulle pareti di tufo. La Grotta fu purtroppo rovinata al tempo delle guerre goto-bizantine. Restano sulle pareti segni del passaggio dei primi cristiani (graffiti, una corona e una palma) e dei minatori che scavarono la galleria (cunei, ascia, piccone: i ferri del mestiere). Fu durante la Seconda Guerra Mondiale, però, che la Grotta subì i danni peggiori: utilizzata come deposito di esplosivi, la detonazione di alcuni ordigni la rese impraticabile e tutt'oggi (2016) chiusa al pubblico, a causa del rischio di ulteriori crolli. Il tunnel è noto anche con il nome di Grotta della Pace, poichè secondo una leggenda cinquecentesca, un cavaliere spagnolo, tal Pietro di Pace, malconsigliato da maghi e chiromanti, avrebbe dilapidato i propri beni nella vana ricerca di un presunto tesoro ivi sepolto.
Fonte: "ulixes.it - vulcanosolfatara.it"
Fonte immagine: "pozzuolitourism.com"