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Grotta della Sibilla

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Descrizione

“C’era una grotta profonda e immensa per la sua vasta apertura, rocciosa, protetta da un lago nero e dalle tenebre dei boschi, sulla quale nessun volatile impunemente poteva dirigere il proprio volo con le ali... Quand’ecco, ai primi chiarori del sorgere del sole, mugghiare la terra sotto i piedi e le cime delle selve cominciare a tremare e le cagne sembrano ululare attraverso l’oscurità all’avvicinarsi della Dea. – Lontani, state lontani, o profani, – grida la veggente, – e allontanatevi da tutto il bosco; e tu intraprendi la via e strappa la spada dal fodero: ora, o Enea, ci vuole coraggio, ora ci vuole un animo risoluto. - Detto questo entrò furente nell’antro aperto; ed egli con passo sicuro eguaglia la guida che avanza.” (Eneide, Libro VI, vv. 236-263). Virgilio ed altri autori classici hanno trasfigurato il Lago d’Averno e il cunicolo della Sibilla nell’ingresso dell’Oltretomba e hanno immaginato che qui iniziasse la “descensio ad inferos” di Enea e degli eroi della mitologia. La Grotta sull’Averno è conosciuta da sempre, mentre quello attualmente noto come “Antro della Sibilla” sull'acropoli di Cuma fu scoperto solo agli inizi del '900. Non a caso, fino all'invenzione dell'automobile, notevole era l'afflusso di viaggiatori stranieri per visitare il luogo. Vi arrivavano da Pozzuoli in carrozzella e gli avi di Carlo Santillo li accompagnavano all'interno della spelonca. La Grotta della Sibilla si apre circa 300 metri a sinistra dello sbocco del viale di accesso al Lago d'Averno.  Dall’ingresso parzialmente interrato, il tunnel artificiale di epoca romana, scavato nel tufo, si allunga per 200 metri. Ampia 3,80 metri per un'altezza di 4 metri, coperta di volta a tutto sesto, la Grotta manca di un rivestimento murario e di pozzi di luce. Verso l’estremità della galleria c'è un vestibolo di laterizio e opera reticolata. Poco prima, sulla destra, si apre un braccio che sbocca in un corridoio, dal quale si scende attraverso una trentina di gradini in alcune stanze sotterranee, in antico sembra usate per scopi termali. Le stanze sono oggi invase dalle acque per il fenomeno del bradisismo e l’ingresso secondario è occluso. Qui la tradizione popolare sette-ottocentesca ubicava la spelonca della Sibilla Cumana, credendo le stanze termali i lavacri della profetessa. L'opera, in realtà, fu realizzata parecchio dopo l'età greca; in età augustea per collegare l'entroterra del Lago d'Averno al “portus Julius”, luogo militare strategico per gli antichi romani.
Fonte: "classicitaliani.it – corrieredelmezzogiorno.it"
Fonte immagine: "pozzuoli21.it"

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