Le Gallerie di Palazzo Zevallos Stigliano fanno parte di una rete di poli museali e culturali sul territorio nazionale, chiamata “Gallerie d’Italia”. La prima destinazione a tali scopi di un’area del piano nobile del Palazzo – sede storica della Banca a Napoli dal 1898 – risale al 2007, all’indomani di un accurato intervento di restauro sui cicli decorativi ottocenteschi. Oggi, nelle Gallerie napoletane, si possono ammirare oltre 120 opere, con tanti capolavori riguardanti la città ed il contesto culturale del Sud Italia, dal Seicento sino ai primi anni del Novecento. Spicca, su tutti, lo splendido “Martirio di Sant’Orsola”, di Caravaggio: ultimo dipinto del grande maestro prima di lasciare la città di Napoli nel 1610, a poche settimane dalla sua drammatica morte, fu commissionato dal banchiere genovese Marcantonio Doria, la cui famiglia aveva per protettrice proprio Sant’Orsola, e fu eseguito dal Caravaggio in poco tempo proprio perché era in procinto di fuggire da Napoli. Tra le opere del Seicento, si possono ammirare: “Giuditta decapita Oloferne”, di Louis Finson; “Sacra Famiglia con San Francesco d’Assisi”, di Angelo Caroselli; “Sansone e Dalila”, di Artemisia Gentileschi. Poi, ci sono i quadri di scuola napoletana con tre capolavori di Bernardo Cavallino, il “Ratto delle Sabine” di Luca Giordano, “Agar nel deserto” di Francesco Solimena, ed altri. Per il Settecento, troviamo opere di Francesco De Mura, Gaspare Traversi, Paolo Porpora, Baldassarre De Caro, Giovan Battista Ruoppolo, Giuseppe Recco e Gaspar van Wittel. Ricco anche il periodo ottocentesco, con una prima sezione dedicata alle vedute e alla Scuola di Posillipo, con piccole tele di Anton Smink Pitloo, e poi i dipinti di Giacinto Gigante, Gabriele Smargiassi, Salvatore Fergola, Nicola Palizzi, Domenico Morelli, Federico Rossano, Edoardo Dalbono, Edoardo Franceschini, Gioacchino Toma, Francesco Mancini, Vincenzo Migliaro. A chiudere, le opere di Vincenzo Gemito, un insieme di terrecotte, bronzi e disegni che, dagli anni Settanta dell’Ottocento agli anni Venti del secolo successivo, ci presentano la sua straordinaria crescita artistica.
Fonte: "napolidavivere.it"
Fonte immagine: "artribune.com"