Una delle più antiche testimonianze di Avellino, la Fontana di Grimoaldo ha rappresentato l’ingresso per chi dal Principato di Salerno si recava in città. Nel corso del 1900, la Fontana viene, erroneamente, denominata Tecta. L’equivoco nasce dall’interpretazione di una pergamena datata 1057, nella quale un tal Prezio vende una terra con vigna “in loco ubi Fontana Tecta dicitur”: il toponimo è, in realtà, una contrada situata a Nord della Stazione Ferroviaria. I fregi architettonici, che si possono tutt’ora osservare, risalgono al Seicento: periodo in cui venne costruita accanto la chiesa di San Gennaro. Un altro momento importante per la storia di tale Fontana è stata la realizzazione del Ponte di Salerno (Ponte della Ferriera). Il “nuovo macello”, sorto agli inizi dell’Ottocento, fu l’unica nota innovativa di questo luogo, disprezzato nel 1943 dalle truppe alleate. Il Professor Cannaviello, a tal proposito, cita un episodio secondo il quale, a rampa Macello e a rampa Sant’Antonio Abate, furono affissi dei cartelli: “Selvaggi, rimanete fuori dai confini delle truppe alleate”. La vecchia Fontana non morì: “visse fra i popolani, testimone di tante miserie umane, di tanti amori semplici. Ascoltò per anni lo sciabordare delle lavandaie, che canticchiavano nel lavatoio pubblico costruito accanto”. Inserita in una graziosa piazzetta che circoscrive anche la chiesa di San Gennaro, la vecchia Fontana, abbandonata dopo il terremoto del 1980, aspetta con ansia di far risentire il mormorìo delle sue acque.
Fonte: "prolocoavellino.it"
Fonte immagine: "acquedottihirpinia.wordpress.com"