Carlo Celano, autore teatrale e satirico napoletano del XVII secolo: “Entrati in questa piazza, vedesi a manca una bella fontana che serve di prospettiva e finimento, quando si viene da Sant’Agostino alla Zecca”. La Fontana, situata oggi in piazzetta Grande Archivio, in origine era collocata in piazza della Sellaria, da cui prende il nome, scomparsa a seguito dei lavori di Risanamento nel 1906. Fu realizzata per volere dal Viceré Inigo Velez de Guevara di Onate tra il 1649 e il 1653, su iniziativa dell'Eletto del Popolo Felice Basile, dopo che furono rase al suole le abitazioni di Orazio de Rosa, punito per aver preso parte alla Repubblica partenopea di Masaniello; venne poi finanziata dagli stessi proprietari delle altre case della contrada. La direzione dei lavori fu data all'Ingegnere Onofrio Antonio Gisolfo, che ne affidò la costruzione al marmoraro Onofrio Calvano con la collaborazione del capomastro fabbricatore Lonardo de Mayo, del ferraro Salvatore Daniele e dello scalpellino Domenico Pacifico. La Fontana è caratterizzata da un vasca di forma poligonale in marmo bianco e piperno, ed è incastonata tra due piedritti che sorreggono un arco a tutto sesto, decorati esternamente da due mascheroni; due colonne per lato con capitello composito sorreggono la trabeazione. Nella parte interna, l’acqua che fuoriesce da altri due mascheroni viene raccolta tramite due piccole vasche sorrette da volute. Sul lato principale si fa notare lo stemma reale, con ai lati quelli del Viceré e della città. Sugli archi, su entrambi i lati, sono poste due iscrizioni, una con il motto “molo mori quam fodari”, l’altra, posta nel 1906 dopo il trasferimento, che recita: “Innalzata dal Vicerè Conte di Ognat nella Piazza della Sellaria e rimossa dopo CCXL anni dal pristino luogo per risanamento edilizio della città venne ad ornare nel MCMIII questa piazzetta”. Ai lati della Fontana, infine, si trova un’urna e, sul lato esterno dei piedritti, un mascherone decorativo dal quale probabilmente usciva dell’acqua. Infine, un tempo sulla Fontana doveva esservi anche una statua, se è vero quanto riportato dal Sarnelli.
Fonte: "bibliotecauniversitarianapoli.beniculturali.it"
Fonte immagine: "ideanapoli.it"