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Edicole votive

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Descrizione

Le Edicole votive o cappelle devozionali, rappresentanti l'esaudimento di preghiere collettive o sorta di “ex voto”, diffuse in molti centri della Campania, sono riconoscibili anche nel centro storico di Alvignano e databili dal XVIII al XX secolo. Le Edicole alvignanesi sono realizzate con materiali e tecniche diverse. Le più numerose sono quelle su riggiole dipinte, su intonaco ad affresco, su lastre metalliche e una (“L'Addolorata”, in località Taverna) su lastra di ardesia. Quasi tutte sono incassate nel muro a una profondità di circa 20 centimetri, misurando circa 60 centimetri per 80 centimetri; sono a parete, invece, quelle della “Madonna di Pompei” del Palazzo Bencivenga, “San Nicola e la Deposizione” di via Margherita. Talvolta, esse hanno una forma rettangolare, in altri casi presentano un arco sovrastante. I soggetti più ricorrenti, legati al culto popolare e ai Santi di venerazione locale, sono la Madonna (in particolare quella del Carmine), Sant'Antonio e San Francesco. L'Edicola più antica, che risale probabilmente al XVIII secolo, si trova nel borgo di San Mauro: è ad affresco, misura 80 centimetri per 125 centimetri e rappresenta la “Madonna del Rosario”, circondata da Santa Chiara, Santa Caterina, San Francesco e San Domenico. Nella parte superiore, lo sfondo è di un colore giallo oro e su di esso si staccano l'azzurro del manto della Madonna e il rosso del suo vestito. L'Edicola è incorniciata da un arco aggettante in pietra grigia sostenuto, in basso, da due mensoline a ginocchio finemente incise e con un motivo ornamentale stilizzato, ottenuto con un gioco di cerchi che rievoca lo stile romanico. Tra le Edicole raffiguranti la Madonna, sette sono state realizzate su maioliche da maestri cerretesi e napoletani; la più antica di queste è datata 1815. Essa, rappresentante la “Sacra Famiglia”, si differenzia da tutte le altre perché realizzata con riggiole rettangolari. La figura della Madonna con il Bambino è predominante sulla scena, mentre San Giuseppe appare volutamente in secondo piano. Da un'attenta analisi, emerge l'origine miracolistica della rappresentazione iconografica, in cui un bambino di spalle trattiene un asino per la fune e un angelo raccoglie da terra un sacco. Al di sopra dell'aureola della Madonna si leggono le tre lettere “G.C.R.”, in basso a destra si osservano due alberi dall'aspetto alquanto spettrale. I colori sono toni di arancione, verde, azzurro e marrone.
Fonte: "csa.caserta.bdp.it"
Fonte immagine: "csa.caserta.bdp.it"

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  • Sculture/Monumenti
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