Anticamente, la zona orientale di Napoli era costituita da paludi alimentate dal fiume Sebeto e dai suoi affluenti. Un ponte sulla foce del fiume, nel posto in cui vi è attualmente quello della Maddalena, era già presente in epoca romana, come è testimoniato da una colonna miliare con iscrizione latina, rimasta sul posto fino al 1872 quando fu trasferita nel Museo Nazionale di San Martino. Nel XVIII secolo, il ponte della Maddalena subì restauri e danni. Formato da cinque grandi arcate, con quella centrale più ampia rispetto alle altre, aveva all’ingresso due Edicole alquanto simili, formate da colonne di marmo bianco con un frontone triangolare. Sul lato sinistro vi è la statua di San Giovanni Nepomuceno, Patrono di tutti coloro che rischiano di annegare. La statua fu offerta nel 1731 dalla moglie del Viceré austriaco, il Conte di Harrach, che fece costruire la strada della Marinella che dal Castello del Carmine giungeva fino al ponte. Sul lato destro, invece, vi è la statua di San Gennaro, realizzata nel 1768 nella bottega di Francesco Cerebrano. Voluta da Padre Gregorio Maria Rocco, a seguito dell’eruzione del Vesuvio del 1767, la statua mostra un braccio teso, a mo' di ordine, dal momento che la lava si fermò a poca distanza dal ponte grazie all'intercessione del Santo.
Fonte: "napolitan.it"
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