Bello, barocco e superbo: è così che si presenta agli occhi dei visitatori il Duomo di Avellino. Situato nel punto più alto della città, precisamente sulla collina “La Terra”, l’edificio, conosciuto come Cattedrale dell’Assunta, è il fulcro della religiosità del capoluogo irpino. La Chiesa ha subìto, nel corso degli anni, notevoli cambiamenti, a causa di eventi bellici e terremoti che hanno interessato l’Irpinia. La sua costruzione risale al 1132 quando, per opera del Vescovo Roberto, fu fatta erigere e dedicata a San Modestino. In stile romanico, la Cattedrale mantenne il suo aspetto originario fino alla fine del Seicento; dopo alcune trasformazioni e restauri per mano del Vescovo Francesco Gallo, l’impianto divenne in stile barocco. La facciata della Chiesa si presenta elegante e fu disegnata dall’Architetto Pasquale Cardola, intorno al 1860. Divisa in due altezze da un cornicione, è in stile neoclassico, bianco e grigio. Nell’ordine inferiore, spiccano i tre portali d’ingresso; ai lati del portale dell’entrata principale vi sono due nicchie, all’interno delle quali sono collocate le statue di San Modestino, Patrono della città, e San Guglielmo, fondatore del Monastero di Montevergine e Patrono dell’Irpinia. Il campanile sorge sul lato destro della facciata, la base fu costruita con pietre provenienti da edifici romani del I secolo a.C., mentre la cupola a cipolla fu aggiunta nel Settecento. L'interno della Cattedrale, a croce latina, presenta tre navate e dieci cappelle laterali. Importante il soffitto a cassettoni della navata centrale, realizzato nel Settecento. Due sono le cappelle poste lateralmente al presbiterio: a sinistra quella di San Modestino, o anche cappella del tesoro di San Modestino, perché conserva, in preziose teche, le reliquie dei Santi patroni a cui la Diocesi avellinese è devota, ed il busto argenteo di San Modestino; a destra è la cappella della Santissima Trinità, che conserva un bassorilievo raffigurante la Trinità, risalente alla metà del XVI secolo. Bellissima e sontuosa la zona absidale: si trovano un coro ligneo del Cinquecento ed un altare del XVIII secolo, adorno di stupendi marmi. È dal transetto della Chiesa che si accede al nucleo più antico del Duomo: la Cripta. Risalente al VI secolo, è davvero un piccolo gioiello. Rappresenta la piccola Chiesa di Santa Maria dei Sette Dolori, chiamata anche Cripta dell’Addolorata. In stile romanico ed a tre navate, divise da colonne di pietra, è ciò che rimane dell'originaria Chiesa Madre di Santa Maria, edificata in epoca longobarda e divenuta Cattedrale a seguito della ricostituzione della Cattedra Vescovile avellinese nel 969. Alzando il naso all’insù, nel soffitto si osservano affreschi settecenteschi di Angelo Michele Ricciardi.
Fonte: "ecampania.it"
Fonte immagine: "italianvirtualtour.it"