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Complesso Monumentale Belvedere San Leucio

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Descrizione

Re Carlo di Borbone, consigliato dal Ministro Bernardo Tanucci, pensò di formare i giovani del luogo mandandoli in Francia ad apprendere l'arte della tessitura, per poi lavorare negli stabilimenti reali. Venne così costituita nel 1778, su progetto dell'Architetto Francesco Collecini, una comunità nota come Real Colonia di San Leucio, basata su uno statuto apposito del 1789 che stabiliva leggi e regole valide solo per questa comunità. Alle maestranze locali si aggiunsero subito anche artigiani francesi, genovesi, piemontesi e messinesi, che si stabilirono a San Leucio richiamati dai molti benefici di cui usufruivano i lavoratori delle seterie: una casa all'interno della Colonia; formazione gratuita per i familiari. Fu proprio qui che il Re istituì, difatti, la prima scuola dell'obbligo d'Italia femminile e maschile, che includeva discipline professionali per 11 ore di lavoro, mentre nel resto d'Europa erano 14. Le abitazioni furono progettate tenendo presente tutte le regole urbanistiche dell'epoca, per far sì che durassero nel tempo (infatti ancora oggi sono abitate) e fin dall'inizio furono dotate di acqua corrente e servizi igienici. Le donne ricevevano una dote dal Re, per sposare un appartenente della Colonia, anche se a disposizione di tutti vi era una cassa comune “di carità”, dove ognuno versava una parte dei propri guadagni. Non c'era nessuna differenza tra gli individui, qualunque fosse il lavoro svolto; l'uomo e la donna godevano di una totale parità in un sistema che faceva perno esclusivamente sulla meritocrazia. Era abolita la proprietà privata, garantita l'assistenza agli anziani e agli infermi, esaltato il valore della fratellanza. Re Ferdinando IV di Borbone aveva molto a cuore la Colonia e progettò di allargarla, anche per le nuove esigenze industriali dovute all'introduzione della lavorazione della seta e della manifattura dei veli. Il progetto consisteva nel costruirvi una nuova città da chiamare Ferdinandopoli, concepita su una pianta circolare con un sistema stradale radiale ed una piazza al centro, per farne anche una sede reale; non vi riuscì, ma nei quartieri annessi al Belvedere mise in atto un codice di leggi sociali particolarmente avanzato, ispirato all'insegnamento di Gaetano Filangieri e voluto dalla consorte Maria Carolina d'Asburgo-Lorena. Il progetto utopico del Re Ferdinando finì con l'Unità d'Italia, quando tutto venne inglobato nel demanio statale, ma tradizione e qualità nelle produzioni dei tessuti serici sono rimaste ancora oggi. Percorrendo il Belvedere, si passa davanti al Quartiere Trattoria, l’unico edificio costruito per Ferdinandopoli: ospitava i visitatori. Quindi si entra nella “Reale Colonia di San Leucio”, attraverso un cancello sormontato da un arco sovrastato dallo stemma reale e sostenuto da due leoni. A destra e a sinistra, sono presenti due casamenti dei quartieri operai, il San Carlo e il San Ferdinando, che comprendono trentasette unità abitative. I quartieri operai sono collegati al palazzo del Complesso da una scalinata a doppia rampa, che racchiude le scuderie reali. Le due rampe terminano sul piazzale del Belvedere, davanti all’ingresso della chiesa dedicata a San Ferdinando Re, ricavata dal salone delle feste del Belvedere nel 1776. Si costeggia l’edificio per cinquanta metri e si arriva all’ingresso del Complesso Monumentale, da cui si possono vedere, in alto a destra, il lungo edificio della filanda che è sottostante alla cuculliera, dove venivano allevati i bachi da seta. Nell’appartamento reale, di particolare rilevanza sono gli affreschi del soffitto della stanza da pranzo, eseguiti dal Fedele Fischetti con scene allegoriche degli amori di Bacco ed Arianna, nonché il bagno di Maria Carolina, con, alle pareti, disegni ad encausto di Philipp Hackert, rappresentanti figure allegoriche. È d’obbligo la visita della fabbrica serica, interessante percorso di archeologia industriale, con sale con strumenti per la produzione e lavorazione della seta, un’ampia sala con telai in legno perfettamente funzionanti, una mostra di manufatti, la cuculliera e la filanda. Di notevole interesse, a piano terra, i due grandi torcitoi che una volta erano mossi da macchine idrauliche, oggi da motori. Essi sono stati ricostruiti sugli antichi disegni esistenti. Nella parte occidentale del Casino Reale del Belvedere, vi sono una serie di giardini all’italiana posti su piani diversi e collegati da apposite scalette. All’interno sono presenti delle fontane, intorno alle quali sono posti alberi da frutta: pero, melo, limone, pesco, albicocco, susino, melograno, oltre ad un giardino di agrumi.
Fonte: "comune.caserta.it"
Fonte immagine: "casertamusica.com"

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