La presenza dei Cappuccini a Caivano risale al Cinquecento, quando i religiosi predicatori di transito trovarono un’accoglienza particolare, legata alla ospitalità offerta loro affettuosamente e devotamente da Scipione Miccio, che fu anche promotore della costruzione del loro Convento in Caivano, fondato nel 1586 con la benedizione e la posa della prima pietra da parte del Vescovo d’Aversa, Monsignor Giorgio Mazzoli. Sicuramente l’opera dei Frati nel paese dovette essere ricca di frutti spirituali anche per la popolazione, che decise ed operò per il loro stanziamento stabile nel luogo periferico di Caivano che si incontrava con il territorio di Cardito e di Crispano. Favorita dal Comune di Aversa qualche decennio prima (1545), nel territorio diocesano già si era insediata nella periferia verso Giugliano una comunità di Frati Cappuccini, che aveva edificato un piccolo Convento attiguo alla Chiesa dedicata a Santa Giuliana. L’espansione dei Cappuccini sul territorio diocesano fu ben vista anche dal francescano Papa Sisto V, il quale, ad un anno dalla fondazione del Convento, autorizzò la ricostruzione e l’ingrandimento di quello già esistente nel territorio di Aversa. L’edificio fu costruito accanto ad una Chiesetta, probabilmente già esistente e dedicata allo Spirito Santo, quindi rimaneggiata per l’occasione dai Frati, o forse costruita apposta per quella occasione secondo la supposizione di Domenico Lanna. Dalla fine del Seicento e per i due secoli successivi fino all’abolizione del Monastero (oggi ospita il Liceo “Niccolò Braucci”), le caratteristiche della presenza locale dei Cappuccini hanno avuto una grande importanza per la cultura ecclesiastica e religiosa del territorio, proprie di un centro di aggregazione vocazionale e spirituale di forte pratica di fede e di grande influenza morale. Nel 1866, le Parrocchie di San Pietro e di Santa Barbara entrarono in controversia per stabilire la giurisdizione del soppresso Convento cappuccino, destinato all’epoca dal Comune ad asilo infantile e a lazzaretto per eventuali epidemie. Il Parroco Rosano, alla difesa dei diritti della parrocchiale di San Pietro sulla giurisdizione del Monastero, aggiunge notizie circa l’affermarsi nel ‘600 della devozione a Sant’Antonio da Padova nella Chiesa del Complesso. Istituita verso il 1661, la festa in onore del Santo vedeva realizzata una sua statua grazie a pubbliche offerte, e quindi allocata nella Chiesa dei Cappuccini. Acquistatasene la devozione e volendo fare la festa in grande pompa, questa ebbe luogo per intelligenza passata tra i Frati ed il Parroco di San Pietro, che assistito dal suo clero celebrava e cantava la messa solenne, come quella della Pentecoste, essendoché il culto di questo Santo aveva fatto sì che detta Chiesa passasse sotto il nome di Sant’Antonio, insomma come un secondo titolare.
Fonte: "iststudiatell.org"
Fonte immagine: "ilgiornaledicaivano.it"