Il Convento degli Alcantarini nasce come architettura sacra durante il periodo di maggiore produzione settecentesca. Testimonianza della sua realizzazione si troverebbe nel Decreto della Sacra Congregazione del Concilio, del 22 giugno del 1724, con relativa commissione al Vescovo di Caserta di assegnare ai Padri Alcantarini un Convento. Promotore della fondazione religiosa fu il Sindaco Antonio Tartaglione, in seguito commemorato su una lapide marmorea murata sulla cappella di Sant’Antonio. Il Complesso, composto da una Chiesa e dal Cenobio di San Francesco, venne edificato in concomitanza con la costruzione della Reggia di Caserta, tanto da far nascere una tradizione secondo la quale il Convento sarebbe stato costruito con i mattoni che non venivano utilizzati per la Reggia. Ciò nonostante, non si può parlare di partecipazione diretta del Vanvitelli al progetto, quanto piuttosto di una latente sorveglianza da parte dei suoi aiutanti ai lavori. Dal punto di vista architettonico, l'esterno è una sorta di preparazione all'interno, caratterizzato dal “degrado angolare” delle paraste. Lo spazio è di lontana ascendenza classica, anche se a dominare non è il pieno delle pareti. La facciata è divisa in maniera orizzontale in due sezioni da una cornice; la parte inferiore è sottolineata da tre aperture, di cui la centrale ad arco, mentre la parte superiore è decorata con elementi alquanto raffinati ed eleganti. Bello il luminoso chiostro, definito da archi sorretti da massicci ed alti pilastri di tufo. Nel suo insieme, gli elementi del Convento degli Alcantarini trasmettono una certa solidità ed armonia delle varie parti, tali da rendere il Complesso di estrema importanza per l'architettura del Settecento a Marcianise.
Fonte: "prolocodimarcianise.it"
Fonte immagine: "panoramio.com - marcianise.info"