L’edificio venne costruito nel XVI secolo, anche se c’è discordanza sulla data precisa, ritenuta da alcuni il 1540 e da altri successiva alla peste del 1550. Nel 1627 venne affidata per sei anni ai Pii Operai Catechisti Rurali e, successivamente, ad una Congrega di Nobili. Qui furono celebrati il battesimo del compositore Domenico Scarlatti (1 novembre 1685), quello dei pittori Pacecco De Rosa e Agostino Beltrano, e il matrimonio del pittore spagnolo Giovanni Do. Nel 1694, la sede parrocchiale fu trasferita nella vicina Chiesa di San Liborio per dare più spazio alle esigenze della vita monastica. Chiuso durante il “Decennio francese”, l’edificio venne riaperto nel 1823 dopo una ricostruzione che cancellò quasi totalmente l’aspetto originario; fu proprio in questa occasione che la Chiesa assunse il soprannome di “La Giorgia”, perché al suo interno ci si trasferì la Congrega del Rosario, fondata nel XVII secolo da un membro della famiglia De Giorgio. Nel 1957 la Chiesa di San Liborio venne chiusa per problemi strutturali e la sede parrocchiale venne definitivamente trasferita nella Chiesa di Santa Maria della Carità che, da qual momento, viene identificata anche come Parrocchia di San Liborio. Come ricordato da una lapide posta accanto all’ingresso, il 6 marzo 1850 il tempio accolse Papa Pio IX durante il soggiorno a Napoli, dopo i moti rivoluzionari di Roma del 1848-49. Alla destra della facciata, si erge quello che una volta fu il Convento, soppresso durante il “Decennio Francese”. La Chiesa presenta una facciata suddivisa in tre ordini, frutto del pesante restauro del 1823 che, della struttura originaria, lasciò solo il bassorilievo in stucco raffigurante la Vergine del Rosario con i Santi Domenico e Rosa. L’interno, a navata unica con volta a botte e cupola, presenta due altari laterali (risalenti anch’essi al restauro dell’Ottocento, così come le decorazioni in stucco) su cui sono sistemate alcune statue, poste in sostituzione dei dipinti originari, ormai perduti. Importanti, dal punto di vista storico, sono le epigrafi poste all’ingresso che ricordano l’iscrizione all’Arciconfraternita di Papa Pio IX (1848) e della sua già citata visita. Sono inoltre conservate due tele anonime del XIX secolo e un crocifisso.
Fonte: "napoligrafia.it"
Fonte immagine: "panoramio.com"