La chiesa di Sant'Angelo in Grotta è un piccolo esempio di insediamento rupestre dell'anno 1080 di Nocera Inferiore, all'ingresso di un'ampia grotta che si apre all'interno del Monte Albino, che risulta di proprietà della famiglia Maranca. Inizialmente fu ospizio del monastero della Trinità di Cava. Il principe Giordano di Capua e sua moglie Gaitelgrima donarono al monastero della Trinità i vassalli del villaggio vicino, sui quali il Priore di Sant'Angelo in Grotta eserciterà, per alcuni secoli, anche la giurisdizione civile. Nel 1507 la grotta e il monastero servirono da rifugio ai monaci della badia quando un tumulto popolare mise a repentaglio la sopravvivenza dell'Abbazia cavense. Presenta una struttura quadrata con quattro colonne che reggono le arcate a tutto sesto. All'interno del tamburo centrale è visibile un affresco raffigurante la Colomba dello Spirito Santo. Anticamente l'ingresso era consentito attraverso un portale opposto alla parte absidale. L'attuale portale d'ingresso alla chiesa, in tufo grigio nocerino, è ricavato da un arco ogivale. Reca lo stemma della famiglia Carafa. Lo sviluppo planimetrico della chiesetta segue una pianta quasi quadrata, con due piccole navate laterali voltate ed una cupola centrale antistante l'altare a parete. Addossata alla parete destra era presente, una lastra tombale raffigurante Giovanni de Haya, ciambellano del re Roberto d'Angiò e fratello di Filippo de Haya, abate di Cava dal 1316 al 1331. Nello spazio adiacente al complesso monastico, adibito a giardino, è presente, nascosta dalla vegetazione, la grotta che dà il nome alla struttura.
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