Fa parte del gruppo delle chiese chiuse al culto dei Quartieri Spagnoli, eretta sul tracciato viario del più antico dei quartieri di Napoli: San Ferdinando di Palazzo. Poco conosciuta, menzionata solo dal Celano e dal Parrino nelle raccolte delle fonti storiche della città del Settecento, laddove gli autori la presentano come la Chiesa dei Padri Spagnoli, a ridosso della zona detta “i Cariati e della Concordia”, è anche conosciuta col toponimo di Santa Teresa dei Carmelitani, oppure Santa Maria del Buon Successo. È appartenuta alla Pia Congregazione di Sacerdoti dell’Immacolata Concezione, ai quali venne affidata a partire dal 1834, onde sottrarla ad un sicuro abbandono seguito alle soppressioni degli Ordini Religiosi. La facciata della Chiesa, a doppio ordine con timpano triangolare, essenzialmente semplice e lineare, è da sempre attribuita al primo Neoclassicismo. La pianta si presenta a croce latina e cupola sormontata sulla crociera, con copertura a botte ed uno spazio absidale di forma rettangolare. Sembrerebbe di estrazione dalla scuola del Sanmartino, o anche di Angelo Viva, l’autore dell’angioletto scolpito in marmo sul paliotto dell’altare maggiore, che si confà a tutto il ritmo traviato delle pareti a destra e a sinistra della navata, scandite da lesene e semplici stucchi. La zona del transetto è occupata dai due altari riferibili alla fine del Settecento, sormontati da cone e feste di angeli dello stesso secolo. Sull’altare maggiore, una tela ritrae la “Vergine che appare a Santa Teresa d’Avila e a San Giovanni della Croce”, preziosissimo documento di autore ignoto, molto sicuramente posteriore al secondo quarto del Seicento. A Belisario Corenzio, e Luigi Rodriguez suo stretto collaboratore, viene attribuita la tela “Sacra Famiglia”, dell’inizio XVII secolo, originariamente presente nella scomparsa Chiesa di Sant’Anna di Palazzo (vecchia). Infine, ancora all’interno dell'edificio religioso, sono i sepolcri di Giuseppe Domenico Daniele, nobile di Siracusa e di Capua, ricercatore delle antiche razze campane, e di Giovan Battista della Rocca, nato a Lucera e morto a Napoli nel 1817, fu Tenente-Colonnello dell’armata al comando dell’esercito dei Borbone.
Fonte: "Napoli sacra"
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