La prima Chiesa era una cappella costruita ad inizio 1700 con le offerte dei fedeli. Divenne parrocchiale con decreto del Cardinale Francesco Serra Cassano del 20 marzo 1835 e con l’approvazione del Re Ferdinando II del 13 ottobre 1835. I lavori di ampliamento cominciarono nel 1914: “La Chiesa - annota il parroco Don Biagio Calmieri - non rispondendo ai bisogni della popolazione abbastanza aumentata, aveva impellente bisogno di essere non solo ampliata, ma anche convenientemente preparata ed abbellita. Monsignor Giuseppe Iannotta, affrontando sacrifici non lievi, coadiuvato anche dall'opera dei buoni parrocchiani, iniziò, nel 1914, l'opera di ampliamento e di restauro. E quasi in dieci anni riuscì ad ultimare i lavori”. La facciata della Chiesa è di ordine toscano. L'interno si presenta in un misto di Rinascimento e di Barocco, arricchito da pilastri con capitelli compositi (corinzio e ionico). Le scene evangeliche in tempera, nella volta e sulle pareti, sono state seguite nel 1975 dal pittore siciliano Carmelo Guglielmini. Nel 1989, in seguito ai danni del terremoto del 23 novembre 1980, furono eseguiti lavori di consolidamento e sulla copertura per conto della Soprintendenza per i Beni Artistici. Nello stesso anno, con le offerte dei fedeli, fu rinnovata la pavimentazione e fu effettuato un restauro completo. Secondo gli studi più recenti, il titolo di “Madonna di Costantinopoli” sarebbe legato all'immagine della “Madre di Dio” come definita dal Concilio di Efeso nel 431, detta “Hodigìtria”, cioè l’icona di Maria venerata a Costantinopoli nella chiesa degli “odigos” (delle guide), così chiamata perché sorgeva presso un monastero dove abitavano le guide incaricate di accompagnare quelli che erano affetti da malattie agli occhi presso una fonte non lontana, che si riteneva potesse restituire il dono della vista. Questa chiesa era la più importante delle tre che Pulcheria, sorella dell’Imperatore d’Oriente Teodosio II, aveva edificato a Costantinopoli in onore della Vergine “theotokos” (Madre di Dio). L’icona era costituita da una testa di Madonna con il Bambino, dipinta su tavola in Palestina con la tecnica dell’encausto e veniva considerata un ritratto della Vergine realizzato dall’evangelista Luca, ritenuto ritrattista della Madonna. Tale icona, giunta a Costantinopoli, fu completata nella sua iconografia e quindi divenne una tavola raffigurante l’intera figura di Maria.
Fonte: "diocesidicapua.it"
Fonte immagine: "diocesidicapua.it"